San Pietro
Fumata nera al Conclave 2025: il primo scrutinio, che si è svolto in Cappella Sistina, non ha raggiunto il quorum di 89 voti.
Con 133 elettori da 71 paesi, gli scrutini riprenderanno oggi con attendibilità sul futuro Papa. La cerimonia è iniziata con solenni riti e giuramenti, mantenendo la tradizione e il segreto elettorale.
La Cappella Sistina, simbolo di spiritualità e tradizione cristiana, ha ripreso il suo ruolo centrale durante il Conclave, momento cruciale in cui i cardinali si riuniscono per eleggere un nuovo Papa. La prima fumata nera è apparsa ieri alle 21:00, segno che il quorum necessario per l’elezione non è stato raggiunto. L’attesa ha tenuto con il fiato sospeso i circa 30.000 fedeli presenti in piazza San Pietro, creando un’atmosfera di intensa spiritualità, amplificata dai canti di preghiera e dagli applausi della folla.
Con 133 elettori provenienti da 71 nazioni, il processo di voto di questo Conclave si è rivelato più complesso rispetto a quello del 2013, dove i cardinali erano solo 115. La chiusura delle porte della Cappella Sistina alle 17:45 ha segnato l’inizio di un’attesa di oltre tre ore, durante la quale i partecipanti hanno riflettuto sul loro sacro compito. Un momento di meditazione, guidato dal cardinale Raniero Cantalamessa, ha invitato i cardinali alla contemplazione e alla richiesta di guida divina.
La Cappella Sistina, con i suoi affreschi di Michelangelo, ha accolto i cardinali in un’atmosfera di raccoglimento. Questo luogo non è solo un punto di incontro, ma rappresenta anche un simbolo della continuità della fede e della tradizione cristiana. Illuminati dai candelabri, i cardinali, vestiti con le loro mozzette e vesti purpuree, erano consapevoli che solo uno di loro sarebbe uscito vestito di bianco, simbolo di un nuovo inizio per la Chiesa.
Il rito di apertura del Conclave ha avuto inizio nella Cappella Paolina del Palazzo Apostolico, dove i cardinali hanno partecipato a una solenne processione. La liturgia, accompagnata da canti, ha sottolineato la gravità del momento. Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, ha aperto la cerimonia con un’invocazione allo Spirito Santo, chiedendo la scelta di un degno pastore per il gregge di Cristo. Durante il giuramento, i cardinali hanno promesso di mantenere il segreto e di non cedere a pressioni esterne, sottolineando l’importanza della libertà nella scelta del nuovo Pontefice.
La chiusura della Cappella a chiunque avesse superato gli 80 anni ha reso ancora più significativo il compito di Parolin, che ha guidato i cardinali nel giuramento secondo le disposizioni della Costituzione apostolica “Universi Dominici Gregis”. Le parole pronunciate durante il giuramento hanno richiamato il senso di sacralità che permea ogni aspetto del Conclave.
Dopo l’extra omnes, i cardinali hanno potuto iniziare la prima votazione, ma la fumata nera ha confermato le aspettative: nessun candidato ha ottenuto i 89 voti necessari per essere eletto. Questo esito, sebbene atteso, ha avviato un ciclo di riflessione tra i cardinali, che si preparano a un nuovo scrutinio previsto per oggi. Gli scrutini saranno quattro, con due sessioni al mattino e due al pomeriggio, a meno che non si raggiunga un consenso nelle votazioni precedenti.
La storicità di questo momento è amplificata dalla consapevolezza che il Conclave non è solo un evento ecclesiastico, ma un momento di grande rilevanza per la Chiesa cattolica e per il mondo intero. La scelta del nuovo Papa avrà ripercussioni significative non solo sulla vita interna della Chiesa, ma anche sull’interazione della Chiesa con le sfide contemporanee, dai diritti umani alla giustizia sociale, dalla pace alla cura del creato. In questo contesto, ogni scrutinio rappresenta una riflessione profonda su quale direzione la Chiesa desideri intraprendere nel futuro prossimo.