Questa via Crucis è ora Patrimonio dell’UNESCO: il legame con un importante miracolo

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Via Crucis -medjugorje.it
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Due milioni di fedeli solo nel 2025 per una Via Crucis che ora è Patrimonio dell’Unesco. Ecco perché lo è diventata

Una via Crucis unica al mondo quella che si tiene ogni anno in Messico. Stiamo parlando, infatti, di una grande rappresentazione religiosa che ha luogo nel corso della Settimana Santa in un quartiere popolare di Città del Messico, chiamato Itzapalapa.

Di recente, la suddetta Via Crucis ha ricevuto un riconoscimento importantissimo, ossia l’hanno dichiarata Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità UNESCO. Si tratta, nel dettaglio, di una rappresentazione pubblica e molto partecipata della Passione, morte e Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.

L’evento coinvolge migliaia di abitanti del quartiere che vi recitano, nonché persone che lavorano per organizzarlo e come volontari. Si parla di 2 milioni di spettatori che giungono non solo dal Messico ma anche dall’estero. Preparare questa Via Crucis significa lavorarci per mesi.

Il vicedirettore dell’Istituto di Antropologia e Storia del Messico ha detto che questa via Crucis è un segno «di unità, fede e resilienza che riunisce migliaia di persone in un esercizio collettivo di memoria, identità e partecipazione».

L’UNESCO, dichiarando questa Via Crucis patrimonio dell’umanità, sottolinea la necessità di tutelarla per le generazioni future, conservando «pratiche, conoscenze ed espressioni che le comunità riconoscono come parte della loro identità culturale».

Il legame diretto della Via Crucis di Itzapalapa con un miracolo del 1833

Nella cattedrale di Itzapalapa c’è un’immagine di Nostro Signore Gesù Cristo, che risale al 1687. Essa fu trasportata da Oaxaca a Città del Messico, per un restauro.

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Durante il tragitto, i trasportatori decisero di fermarsi in una grotta sulla Collina della Stella, per riposare un po’. Tuttavia, accadde qualcosa di insolito. Nel momento in cui provarono a ripartire, «non riuscirono più a spostare l’immagine». Il custode dell’immagine del Signore della Piccola Grotta, Juan Pablo Serrano, ha raccontato ad Aci Prensa che «Si comprese che l’immagine raffigurante Cristo nel sepolcro voleva rimanere lì. [Essendo in una grotta] cominciò a svilupparsi una devozione molto particolare».

Ma fu nel 1833 che avvenne un miracolo, durante un’epidemia di colera. Molte persone stavano morendo, e gli abitanti scelsero di portare l’immagine in processione, chiedendo l’aiuto di Gesù. Dopo alcuni giorni in preghiera, l’epidemia cessò. Un vero prodigio.

La comunità promise che, come ringraziamento per il miracolo ricevuto, avrebbe rievocato tutti gli anni la passione, morte e resurrezione di Gesù. Ecco, dunque, spiegata, la tradizione che ancora oggi è viva più che mai.

Negli anni, la Via Crucis di Itzapalapa è diventata un evento sempre più ad ampio raggio, fino ad assumere rilievo a livello nazionale e internazionale. Si parla, nel 2025, di un afflusso di 2 milioni di persone.

Questa via Crucis attira cattolici ma anche persone di altre religioni o non credenti. Molti di costoro restano colpiti dalla rappresentazione e si recano in Chiesa, «visitano l’immagine e sperimentano una vera riflessione nei loro cuori e una vera conversione».