Robert Francis Prevost il predestinato: la profezia sul Papa

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Un cammino che oggi, a posteriori, sembra segnato da piccole “profezie” che parlavano già di futuro. Un cammino che oggi, a posteriori, sembra segnato da piccole “profezie” che parlavano già di futuro.
La profezia su Papa Leone XIV (www.medjugorje.it)
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Spesso la vita ci sorprende con segnali che solo col tempo acquistano significato. Così è stato per Robert Francis Prevost, oggi pontefice della Chiesa cattolica, la cui infanzia e vocazione sembrano disegnate da un disegno provvidenziale.

Un numero speciale del settimanale Time ha ripercorso, passo dopo passo, la formazione del primo Papa nordamericano, tratteggiando un percorso in cui ascolto, gentilezza e fede profonda si intrecciano sin da bambino. Un cammino che oggi, a posteriori, sembra segnato da piccole “profezie” che parlavano già di futuro.

Le radici di una vocazione e una “profezia” d’infanzia

Roma non è stata costruita in un giorno, e nemmeno un Papa. Neppure Robert Francis Prevost. Il settimanale Time ha dedicato un lungo reportage a quello che è divenuto il 267° successore di Pietro, raccontando le tappe di un’esistenza che ha saputo coniugare semplicità e profondità, preparazione e fede. Attraverso l’analisi di eventi, incontri e testimonianze, emerge il ritratto di un uomo che, fin dall’infanzia, sembrava inconsapevolmente prepararsi al pontificato.

Prevost è il più giovane di tre fratelli, cresciuto in una famiglia cattolica nella quale la fede era vissuta con naturalezza e intensità. Anche il padre, Louis, veterano della Seconda guerra mondiale, aveva valutato il sacerdozio. Fin da piccolo, Robert mostrava un’attitudine spirituale sorprendente: giocava spesso a “fare il prete” e celebrava messa in giardino. Fu proprio durante uno di questi giochi che un’anziana vicina, vedendolo, gli disse: “Un giorno sarai Papa”. Una frase buttata lì, forse, ma che oggi appare come una profezia curiosa e commovente.

Non è stato un bambino estraneo alla normalità: andava in bicicletta, giocava con i fratelli, ma portava in sé un’intuizione profonda della sua strada. La scelta tra il sacerdozio diocesano e la vita religiosa fu una delle prime domande serie della sua adolescenza. Alla fine, si formò nel seminario minore di St. Augustine a Holland, nel Michigan. Lì, raccontano amici e compagni, emersero già quelle qualità che oggi definiscono il suo pontificato: intelligenza, attenzione agli altri, pazienza e capacità relazionali.

Il parroco Paul Galetto, di Philadelphia, che lo conobbe bene, ha dichiarato che Robert possedeva da sempre la rara dote dell’ascolto profondo. “Ti ascolta davvero”, afferma, “non ti interrompe, non ti corregge con durezza: un grande dono, soprattutto in un tempo così rumoroso”. Questo suo tratto umano ha accompagnato tutta la sua crescita, rendendolo un punto di riferimento prima ancora che sacerdote o Papa.

Non è stato un bambino estraneo alla normalità: andava in bicicletta, giocava con i fratelli, ma portava in sé un’intuizione profonda della sua strada
I fratelli Prevost, al centro Robert Francis

Missione, umanità e il cuore dell’Eucaristia

Una tappa decisiva del cammino di Robert Prevost fu l’esperienza missionaria in Perù. Da Chicago a Chiclayo, si mise a servizio di comunità povere e lontane, scoprendo una ricchezza nuova: quella della condivisione tra chi ha poco o nulla. Fu in quelle terre che il giovane religioso divenne elettricista, meccanico, cuoco, persino soccorritore, modellandosi sulle esigenze della gente che incontrava.

Questa immersione nella povertà e nella fraternità evangelica affinò il suo senso di servizio, trasformando la celebrazione dell’Eucaristia in qualcosa di profondamente vissuto e incarnato. Non più un gesto imitato, come da bambino, ma il centro stesso della sua vocazione.

In definitiva, come scrive Belinda Luscombe su Time, è probabile che Prevost sia giunto al soglio pontificio “per intervento divino, per sagge decisioni, per fortuna, o per tutte e tre le cose insieme”. Quel che è certo è che tutto ciò che ha vissuto – dalla famiglia alla missione, dalla formazione ai giochi d’infanzia – lo ha preparato in modo unico. E tra le tante esperienze che lo hanno formato, la più decisiva resta l’incontro vivo con Cristo: forza, radice e vetta del suo ministero.