Sacerdoti che vivono sotto scorta: chi non si arrende e continua la sua opera missionaria

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Sacerdoti sotto scorta: chi sono? - www.medjugorje.it
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Può sembrare un qualcosa di assurdo, eppure è così: ci sono alcuni sacerdoti che non possono vivere la loro quotidianità di ministri di Dio, perché minacciati.

La mafia, la camorra e la malavita in generale li intimidisce, portandoli ad avere una scorta che guarda ed osserva ogni loro singolo movimento, anche quando devono svolgere le loro attività e il loro operato al di fuori di quelle che sono le mura della chiesa.

In Italia sono diversi i preti che sono sotto scorta: ma alcuni di loro non si sono lasciati intimidire e continuano ad essere vicini al popolo loro affidati. Conosciamoli.

Sacerdoti: una vita di inferno

Parlare di sacerdoti sotto scorta è un qualcosa che fa male al cuore: è come se immaginassimo Gesù camminare per le strade ed evangelizzare guardato a vista o, avere vicino, un soldato romano perennemente e costantemente. Eppure, in Italia, come di certo anche in altri paesi del mondo, questo accade e, al momento, non c’è una soluzione a ciò.

Sacerdoti che, nonostante tutto, hanno deciso di continuare il loro ministero, pur se tra mille difficoltà, anche perché il popolo di Dio non deve mai essere lasciato solo. Si tratta di sacerdoti che lavorano ed operano nelle parti più degradate delle nostre città: se pensiamo a don Giuseppe Diana, ucciso dalla camorra nel 1994. Anche lui, a Casal di Principe, in provincia di Caserta, operava perché specialmente i bambini e i giovani non diventassero le nuove leve della camorra.

E questo ha dato fastidio a qualcuno che “decise di toglierlo di mezzo”. Don Peppe non aveva una scorta, non aveva nessuno a proteggerlo, se non il Signore che lo ha aiutato sino alla fine a portare avanti il suo ministro e a donare la vita, come un martire, per le sue pecorelle.

Da Don Coluccia a Don Patriciello: le storie di chi va avanti con coraggio

Oggi, invece, ci sono altri sacerdoti che hanno e stanno seguendo l’esempio di don Peppe Diana e continuano la loro missione pastorale anche contro il volere della malavita. Conosciamoli assieme. Uno su tutti è don Antonio Coluccia, parroco e comunemente conosciuto come il “prete anti spaccio”: da anni si batte contro lo spaccio di droga nelle periferie di Roma e più volte è rimasto vittima di attacchi, intimidatori e non solo, contro il suo operato e la sua stessa persona.

sacerdoti sotto scorta
Nonostante tutto continuano il loro operato religioso – www.medjugorje.it

Il suo girare, specie di sera tardi e di notte nei luoghi dove la droga è la padrona, con la sua tonaca, ne fa di lui da un lato un esempio da imitare e da proteggere, dall’altro anche una persona da prendere di mira. Ma lui non si è mai arreso e, ancora oggi, nonostante le intimidazioni che continuano ad arrivare e alla scorta che gli è stata assegnata, gira l’Italia, specie i quartieri difficili, a diffondere la Parola di Dio.

Come lui c’è anche don Maurizio Patriciello, il parroco del Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli. Il prete che combatte da anni contro la Terra dei Fuochi, che di funerali di persone morte per il cancro ne ha celebrati, ma che mai si stanca di combattere anche in prima persona, contro chi avvelena quei territori, non solo con i rifiuti, ma anche con la droga, lo spaccio e la malavita.

Anche lui, nel corso degli anni, ha ricevuto minacce e intimidazioni ma mai ha voluto abbandonare la sua chiesa e andare altrove. Sono stati gli ultimi attacchi contro la sua persona e contro anche la sua auto, che hanno portato alla decisione di assegnargli una scorta. In ultimo, anche don Luigi Merola, parroco di Forcella, quartiere di Napoli.

Don Luigi di bambini ne ha salvato dalla mano della camorra, con la sua associazione “A voce de criature”: li ha sottratti a un gioco che non era per bambini, dando loro un luogo dove stare insieme, dove studiare, imparare a vivere nel mondo in modo pulito. E anche lui è stato minacciato, trasferito per protezione altrove, ma ora continua la sua instancabile opera proprio fra i più piccoli che lo cercano.

Uomini di Dio coraggiosi sì, ma con la mano del Signore sulla loro spalla…molto più forte di quella di una scorta di polizia.