Il Salve Regina è una delle più antiche preghiere mariane della tradizione cristiana, spesso recitata nella preghiera quotidiana del Rosario.
La preghiera esprime l’affetto e la devozione dei fedeli verso la Madonna, invocandola come Regina e Madre misericordiosa, in quanto intercede per l’umanità davanti a Dio.
Salve Regina – Origini storiche
Le origini del Salve Regina risalgono all’XI secolo: secondo alcuni studiosi sarebbe stato il monaco tedesco Hermann di Reichenau a comporla intorno al 1050, anche se la sua diffusione avvenne dopo oltre un secolo dopo. La preghiera, una delle quattro antifone dedicate alla Vergine Maria, stando ad alcuni manoscritti, venne introdotta nel 1221 dai Domenicani nella Liturgia delle Ore esattamente nella Compieta. Fu Papa Gregorio IX ad approvarla ed a prescriverne la recita secondo l’uso dei frati Domenicani.
Nel corso dei secoli, il Salve Regina ha acquisito una speciale rilevanza nelle pratiche di devozione popolare, divenendo parte integrante del Santo Rosario e di molte altre devozioni mariane. La sua struttura semplice ma profonda ne ha garantito una grande diffusione, che dura ancora oggi, sia recitata che cantata. nelle due versioni:
In Latino: “Salve Regina, mater misericordiae, vita, dulcedo, et spes nostra, salve. Ad te clamamus exsules filii Hevae. Ad te suspiramus gementes et flentes in hac lacrimarum valle. Eia ergo, advocata nostra, illos tuos misericordes oculos ad nos converte. Et Iesum, benedictum fructum ventris tui, nobis post hoc exsilium ostende. O clemens, o pia, o dulcis Virgo Maria”.
In Italiano: “Salve Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A te sospiriamo, esuli figli di Eva. A te gemiamo, piangendo in questa valle di lacrime. Orsù, dunque, avvocata nostra, volgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi. E Gesù, il benedetto frutto del tuo seno, mostralo a noi dopo questo esilio. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria”.
Il significato teologico
La preghiera si rivolge a Maria con affetto, riconoscendo il suo ruolo di Madre di misericordia e di speranza per tutti i cristiani. Il termine “Salve” è una forma di saluto che esprime rispetto e venerazione, mentre l’uso di espressioni come “vita, dulcedo, et spes nostra” sottolinea la centralità della Vergine Maria come fonte di vita spirituale e di speranza eterna. La preghiera esprime anche la condizione dell’umanità, che si trova “exsules” (esuli) in questo mondo, sperimentando la sofferenza e il dolore, ma in attesa della salvezza che solo il Figlio può offrire.
Il concetto di “advocata nostra” evidenzia il ruolo di Maria come avvocata, colei che intercede per l’umanità presso il Figlio. La seconda parte della preghiera, con l’invocazione a “Gesù, benedictum fructum ventris tui”, rimanda direttamente al mistero dell’Incarnazione e all’importanza di Maria come Madre di Gesù, il quale è “frutto benedetto” della sua verginità.

Curiosità e diffusi usi liturgici
La sua recita è fortemente consigliata dalla Chiesa in occasioni particolari come le processioni mariane, i pellegrinaggi, e i momenti di intercessione durante le tribolazioni. La sua forma più solenne è utilizzata nei vespri del periodo pasquale. Durante il Medioevo, il Salve Regina veniva recitato come canto gregoriano, una tradizione che continua in molte comunità religiose anche oggi. Inoltre, fu spesso inserita nelle litanie della Madonna e nei vari inni dedicati alla Vergine Maria, diventando uno degli inni più celebri della tradizione cristiana.
Il Salve Regina nel Catechismo della Chiesa Cattolica
Il Catechismo della Chiesa Cattolica sottolinea il ruolo di Maria come Madre di tutti i cristiani, che intercede per la salvezza dell’umanità. L’invocazione a Maria nel Salve Regina riflette proprio questo insegnamento, affermando che, mentre siamo in esilio sulla Terra, possiamo sempre ricorrere alla protezione e all’intercessione della Madre di Dio e Madre nostra, sicuri che con la sua intercessione ci porterà al suo Figlio, Gesù Cristo.
Il Salve Regina è dunque un inno di speranza, devozione e fiducia in Maria, la Madre misericordiosa protettrice dei fedeli. Non solo celebra la sua maternità spirituale ma invita anche tutti i cristiani a trovare in lei conforto nelle difficoltà e nella sofferenza, in attesa della salvezza eterna promessa da Cristo. La bellezza del suo testo, ricco di invocazioni e immagini religiose, continua ad essere una preghiera di grande valore spirituale, sia nella sua forma liturgica che nella sua recita quotidiana.