Festa grande, in Paradiso e anche sulla terra, per tutti coloro che hanno amato uno dei Papi che ha cambiato la storia quanto le sorti della Chiesa: Giovanni Paolo II.
Oggi ricorre la sua festa liturgica e sono davvero tanti gli aneddoti che potrebbero essere raccontati su di lui, ma ciò che conta è l’impronta che ha lasciato in ciascuno di noi. La sua presenza è stata un pilastro per la Chiesa, specialmente in momenti storici alquanto difficili.
Il suo è stato, anche, uno fra i papati più longevi della storia. E tu, quanto conosci San Giovanni Paolo II?
Oggi la chiesa festeggia Karol Wojtyla
La Chiesa lo ricorda come San Giovanni Paolo II, ma per tutti è semplicemente Papa Wojtyla, il primo papa straniero della storia. Dalla lontana Polonia, un uomo alla soglia dei 60 anni, arcivescovo di Cracovia, che diventa Papa in uno degli anni più difficili della storia d’Italia e del mondo intero: il 1978.
Era il 16 ottobre di quell’anno quando venne eletto e, da allora, non si è più fermato. Nemmeno la malattia ha fermato l’operato quanto l’essere sempre presente di Giovanni Paolo II. E la storia della Chiesa, le sorti dell’umanità sono davvero cambiate con lui. L’Est e l’Ovest che, dopo anni di conflitti, si riuniscono e si parlano; lui, l’uomo che veniva dall’Est, dai confini con la Russia, cambierà davvero anche il modo di percepire la Chiesa.
Non più un’istituzione lontana, ma qualcosa che si fa vicino al popolo, vicino agli ultimi. Ma hi era davvero Karol Wojtyla? Da Wadowice, in Polonia, dove era nato nel 1920, fino alla sua morte nel 2005 a Roma: una vita intensa, vera, autentica, solcata dall’orrore della Seconda Guerra Mondiale ma che non ha mai visto vacillare la sua fede.
Una fede che si è formata e si è fatta largo in lui proprio negli anni della guerra. La sua gioventù venne segnata da un intenso rapporto con l’allora numerosa e viva comunità ebraica di Wadowice, anche se, nel 1938, si trasferisce a Cracovia per i suoi studi universitari. Karol Wojtyła dimostrò una raffinatezza di pensiero e una sensibilità artistica fuori dall’ordinario, e si dedicò, da allora e poi con continuità, sino all’età matura, alla composizione di poesie, di cui è stato ampiamente riconosciuto il valore.
L’ingresso nel seminario clandestino
L’invasione della Polonia da parte della Germania nazista lo portò a fuggire da Cracovia. Durante la guerra, diversi furono i lavori che svolse, a causa della chiusura dell’università: da fattorino al ristorante, a operaio in fabbrica. Nel 1942, la vocazione si fece sentire sempre di più e, per questo, entrò nel seminario clandestino diretto dall’arcivescovo di Cracovia.
Nel 1946 venne ordinato sacerdote e da lì è stata una carriera in ascesa, senza mai però perdere il suo contatto con il popolo e verso “quelle pecorelle” del gregge di Dio che gli sono state affidate nel corso degli anni. La sua elezione ad arcivescovo di Cracovia avvenne, per mano di Papa Paolo VI, nel 1964.
Ma, come dicevamo all’inizio, è stato l’anno 1978 a cambiare la vita di Karol: l’elezione, dopo solo 33 giorni dal precedente Conclave, che lo vide salire al soglio di Pietro con il nome di Giovanni Paolo II. “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!” – sono state le sue parole più famose, dette proprio durante la messa di inizio pontificato.

Dall’attentato nel 1981, all’incontro per unire l’Est e l’Ovest dell’Europa, sino ai suoi momenti di riposo e di svago in montagna, dove amava rifugiarsi, lui che veniva chiamato “l’atleta di Dio”, dato il suo amore per lo sport.
L’anno 2000: Giovanni Paolo II ci accompagna verso il nuovo Millennio
Il Giubileo del 2000, l’alba del nuovo Millennio, con Giovanni Paolo II ha fatto la storia: “Sul quadrante della storia scocca un’ora importante: inizia in questo momento l’anno duemila, l’anno che ci introduce in un nuovo millennio. Per i credenti è l’anno del Grande Giubileo” – disse. La giornata mondiale della gioventù è stato il cuore del suo amore per il mondo intero.
Anche se in salute malferma, con il Parkinson che avanzava, non ha mai voluto rinunciare ad incontrare il suo popolo, nemmeno durante quella domenica quando, in occasione della recita dell’Angelus, non riuscì a parlare, ma semplicemente a battere una mano sul leggio, come segno di presenza nonostante tutto.
Papa Wojtyla morì il 2 aprile del 2005, e al suo funerale per la prima volta, furono presenti davvero tutti ma proprio tutti i leader del mondo. Un iter che lo ha portato a diventare Santo nel giro di brevissimo tempo: nel 2011, la beatificazione e, nel 2014, la sua canonizzazione.

Il Papa – attore
Un Papa che ha viaggiato tanto, ma è stato anche un uomo che non ha mai abbandonato le sue passioni, come lo sport. Ma c’è un qualcosa che in pochi conoscono: Karol Wojtyla è stato anche un attore. Durante la sua giovinezza in Polonia, prima di diventare sacerdote, partecipò attivamente a rappresentazioni teatrali, sia prima che durante la Seconda Guerra Mondiale.
Durante l’occupazione nazista, fondò e partecipò al Teatro Rapsodico clandestino, una forma di resistenza culturale. Scrisse e mise in scena le sue prime opere teatrali, come “David”, “Giobbe” e “Geremia”. La sua passione per il teatro e la poesia non si spense nemmeno dopo l’ordinazione sacerdotale; continuò a scrivere opere teatrali e poesie per tutta la vita, diventando uno dei maggiori poeti e drammaturghi polacchi.