San Goffredo di Amiens: il vescovo del popolo

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Goffredo, il Santo che accompagna il suo popolo - www.medjugorje.it
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Oggi, 8 novembre, la chiesa ricorda un Santo che, forse, in pochi avranno sentito nominare ma che, invece, ha avuto un ruolo di prim’ordine durante il periodo della nascita delle prime comunità monastiche.

Stiamo parlando di San Goffredo di Amiens. Appartenente all’ordine dei benedettini, è stato anche Vescovo. Il suo nome ha un significato molto particolare che è stato il perno di tutta la sua esistenza.

Per i suoi meriti fu acclamato vescovo di Amiens dal popolo, dai nobili e dal re. Conosciamo di più la sua storia.

Il santo che è “pace di Dio”

Un Santo di cui pochi conoscono la storia della sua vita quanto anche della sua fede. Un Santo del periodo medievale, di quando stavano nascendo i primi ordini monastici, ma che ha avuto un ruolo principale, in particolare, in Francia dove è nato ed ha operato come ministro di Dio. Goffredo di Amiens ha un qualcosa che lo distingue dagli altri santi: il significato del suo nome, che vuol dire “colui che è pace di Dio”.

Terzo figlio di una famiglia nobile, vide la sua educazione, sin dall’età di 5 anni, affidata all’abate di Mont Saint Quentin, un monastero vicino Péronne. E fu proprio qui, fra queste mura, che Goffredo divenne monaco cistercense. Nel 1091 fu ordinato sacerdote dal vescovo di Noyon e poi divenne abate del monastero di Nogent.

Un monastero in decadenza che, però, Goffredo si impegnò a renderlo vivibile come lo era stato nei suoi tempi d’oro: si impegnò molto nell’opera di restauro materiale e morale della stessa abbazia, tanto che l’arcivescovo di Reims avrebbe voluto affidargli la più importante abbazia di Saint-Rémi.

Il suo fu un rifiuto categorico, con queste parole: “Dio mi proibisce di abbandonare una sposa in povertà, preferendone una ricca!”. Nel 1104 divenne vescovo di Amiens: volle prendere possesso della diocesi molto umilmente, senza sfarzo, entrando in città in abiti da pellegrino. La carità e l’umiltà sono state le sue compagne di vita.

Le sue compagne: carità e umiltà

Si racconta, infatti, che spesso distribuiva il cibo della sua mensa ai poveri e agli ammalati, ma richiamava anche i nobili alla povertà, invitandoli a partecipare alla messa con abiti meno sfarzosi. Si pose, però, obiettivo quello di combattere le frequenti infrazioni al celibato dei suoi preti. Da sempre vicino al suo popolo e ne seppe anche ascoltare le sue primarie esigenze.

Anche quando si chiedeva l’indipendenza e la libertà del popolo di Amiens, Goffredo era dalla loro parte. Ma con il fallimento della creazione di un libero Comune, anche il vescovo Goffredo venne visto dai nobili come una sorta di traditore e, per questo, decise perciò di lasciare il vescovato per entrare nei certosini.

Decise di partire per incontrare il suo superiore ma, durante un pellegrinaggio, si ammalò. Si rifugiò nell’abbazia di Saint Crépin de Soissons, dove morì l’8 novembre 1115. E sempre in questo luogo, ancora oggi, è sepolto.