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San Tommaso Becket: l’arcivescovo martire venerato da cattolici, ortodossi e anglicani

E’ una festa molto particolare quella che la Chiesa celebra oggi: si tratta di un santo di cui poco si conosce e, anche, di uno dei pochi santi che proviene dall’Inghilterra.

Oggi, 29 dicembre, la Chiesa celebra San Tommaso Becket, arcivescovo inglese e uomo di Dio che volle difendere la libertà della Chiesa stessa. Offrì la sua vita come martire per questo suo ideale.

Il suo essere ostile al re Enrico II, lo portò ad un bivio della sua vita: cerchiamo di capire quanto di conoscere insieme la sua vita.

Il primo Santo inglese venerato in tutta la Chiesa

Il 29 dicembre, qualche giorno dopo la nascita di Gesù, la Chiesa celebra uno dei pochi santi che provengono dall’Inghilterra: oggi è San Tommaso Becket. E’ stato un arcivescovo cattolico ma, anche, il primo martire inglese. La sua opposizione piena alle decisioni di predominio, anche sulla religione, di re Enrico II, lo portarono piano piano ad esser visto come un nemico da dover fare fuori. Tanto che venne assassinato proprio nella sua Cattedrale di Canterbury.

Ma conosciamo meglio la sua storia. Nato a Londra, sin da giovanissimo venne avviato alla carriera ecclesiastica e, dopo la prima formazione ricevuta presso l’abbazia di Merton, approfondì gli studi a Parigi e, tornato in patria, entrò a servizio dell’arcivescovo di Canterbury. Fu proprio l’arcivescovo di Canterbury a notare la sua capacità, tanto da inviarlo a studiare a Bologna e ad Auxerre. Enrico II, succeduto nel 1154 a Stefano di Blois come re d’Inghilterra, consigliato dal clero, lo nominò cancelliere del Regno. Divenuto cancelliere di Enrico II, era la persona più vicina al re e, custode del sigillo reale, la sua persona di maggior fiducia.

L’amicizia di Enrico II gli consentì di essere nominato, pare riluttante, arcivescovo di Canterbury e primate d’Inghilterra nel 1162: il nuovo ufficio determinò un mutamento nell’atteggiamento di Tommaso, che da allora difese soltanto gli interessi del clero, incurante dei progetti politici del sovrano. Da qui ebbe inizio il conflitto con Enrico II: dal canto suo, il re tentò di assoggettare Becket e gli altri prelati facendogli giurare di obbedire ai “costumi del reame”.

Il motivo del suo assassinio – www,medjugorje.it (photo: la nuova bussola quotidiana)

Ma questo portò solo ad una controversia  che si sviluppò attorno al tema “di cosa costituissero tali costumi“, così che la Chiesa, si mostrò riluttante a sottomettersi. Enrico ottenne che diversi vescovi rivedessero le loro posizioni, anche con l’intervento di papa Alessandro III, riuscì a convincere lo stesso Becket, che promise il suo assenso alle consuetudini. Enrico cercò di diminuire i poteri della Chiesa, a parte che tutto e tutti passassero dalle sue mani.

Dovettero trascorrere alcuni anni prima che vi fossero segni di distensione tra il primate e il re. Il vescovo si confrontò, ancora una volta, con il re circa l’incoronazione di Enrico il Giovane. Il re, dal canto suo, promise di riparare all’offesa, ma rifiutò di dargli il bacio della pace; Becket chiese di sospendere tutti i prelati che avevano preso parte all’incoronazione e il giorno di Natale, nella chiesa di Canterbury denunciò tutti i suoi nemici.

Furono 4 cavalieri che non accettarono questo affronto: essi si recarono immediatamente in Inghilterra, dove assassinarono a colpi di spada Becket nella cattedrale di Canterbury, durante gli uffici divini, il 29 dicembre 1170.

Published by
Rosalia Gigliano