Santa Elisabetta d’Ungheria è nota per essersi spesa moltissimo per i bisognosi. Figlia di un re, ha dedicato la vita ad aiutare il prossimo
Ci sono santi che si sono spesi anima e cuore per amore di Cristo, perché hanno creduto profondamente in Lui, a ogni costo. Santi che sono un vero esempio di fede e devozione, che si concretizza in aiuto sincero e senza fini reconditi. Tra questi, c’è senza dubbio Santa Elisabetta d’Ungheria, una figura che mostra come la fede non sia solo parole, ma anche opere, e come si possa concretizzare in supporto reale, che sfida le convenzioni sociali e le false credenze.
Ma chi era davvero, Elisabetta d’Ungheria? Figlia di re Andrea d’Ungheria e di Gertrude, nobildonna di Merano, la giovane fu promessa a Ludovico di Turingia, in giovane età. Aveva solo 14 anni, infatti, quando si sposò con il suddetto principe.
Il matrimonio, però, durò molto poco, perché Ludovico perse la vita a Otranto dopo 5 anni. Il giovane si stava imbarcando per la crociata in Terra Santa. Elisabetta, dunque, restò vedova a soli 20 anni, con tre figli. Alla morte del marito scelse di ritirarsi dapprima ad Eisenach, e poi nel castello di Pottenstein. Infine, andò a vivere in una modesta dimora a Marburgo.
Qui fece costruire un ospedale, e si iscrisse al terz’ordine francescano. Dedicò tutta la sua vita ai poveri, faceva visita ai malati, scegliendo una vita in povertà. Questo suo comportamento portò i cognati ad andarle contro, tant’è che le tolsero la custodia dei figli. Spirò a Marburgo, in Germania, nel 1231 e divenne santa per via di papa Gregorio IX nel 1235.
Santa Elisabetta d’Ungheria: una vita spesa per aiutare i poveri e il miracolo delle rose
Si narra che Elisabette si dedicasse con tutta sé stessa a opere di misericordia. Era concreta nel supporto ai bisognosi, tant’è che dava loro cibo e bevande, faceva in modo di far avere loro vestiti, forniva il denaro necessario per pagare i debiti.

Non solo, perché si prendeva cura dei malati, visitandoli e assistendoli, e seppelliva i defunti. Quando scendeva dal castello con le ancelle, si recava nelle case delle persone più povere e portava loro tutto il necessario, dalla carne al pane, e faceva tutto ciò di persona. Qualcuno riferì di questo suo modo di fare al marito, che avrebbe detto:«Fin quando non mi vende il castello, ne sono contento!».
Un giorno, mentre Elisabetta era per strada con un grembiule zeppo di pane per le persone bisognose, incontrò il marito. Costui le chiese che cosa avesse con sé. A quel punto, quando la principessa aprì il grembiule, avvenne un miracolo: il pane si era trasformato in magnificenti rose. Si tratta di un vero e proprio simbolo di carità, che mostra come Elisabetta vedesse Cristo nel prossimo. Il messaggio di questa santa dal cuore generoso è quello di scoprire Nostro Signore in tutta la sua essenza, amandolo e credendo immensamente in Lui.