E’ una delle Sante più venerate in Sicilia quanto anche in Italia. L’isola, infatti, si racconta sia protetta contemporaneamente da tre sante donne: Rosalia, Agata e Lucia. Ed oggi, la Chiesa, solennizza proprio quest’ultima.
Il 13 dicembre è la festa liturgica di Santa Lucia, patrona di Siracusa e protettrice degli occhi. Un aspetto molto particolare incrocia la sua vita con quella di Gesù Cristo, che l’ha portata poi al cruento martirio. Tantissimi sono i suoi devoti che, oggi, si recano da lei per invocare la grazia che la santa stessa porterà al cospetto di Dio.
Una giovane ragazza morta, in maniera atroce, durante il periodo della persecuzione di Diocleziano. Conosciamo meglio la sua storia.
Santa Lucia: giovane donna al servizio dei poveri
Di certo, l’abbiamo sentita nominare almeno una volta nella vita, specie quando ci rechiamo dall’oculista per una visita: “Che Santa Lucia ti protegga, affinchè vada tutto bene” – è la classica frase che ci sentiamo dire. Si perchè oggi, 13 dicembre, la Chiesa venera e ricorda Lucia, giovane martire e Santa, uccisa durante la persecuzione di Diocleziano contro i cristiani agli inizi dell’anno 300 d.C. Una ragazza che subì un martirio atroce: è menzionata, anche, nel Canone Romano come una delle “sette vergini” e tradizionalmente indicata come protettrice della vista, dall’etimologia latina del suo nome, ovvero “Lux: luce”.
La storia di Santa Lucia ci è tramandata da due diverse fonti le quali coincidono tutte sulla sua nascita, a Siracusa nel 284 d.C. Di origini nobili, fin da quando era bambina, era stata promessa sposa ad un pagano. In cuor suo, però, Lucia era cristiana ed aveva fatto voto di castità. Sua madre, da anni malata, insieme alla figlia Lucia, per chiedere una grazia, aveva intrapreso un pellegrinaggio a Catania presso il sepolcro di Sant’Agata.
Giunte lì, il 5 febbraio, la tradizione racconta che Lucia si assopì durante la preghiera e vide in visione la santa catanese, circondata da schiere angeliche dirle queste parole: “Lucia, sorella mia, vergine consacrata a Dio, perché chiedi a me ciò che tu stessa puoi concedere? Infatti, la tua fede ha giovato a tua madre ed ecco che è divenuta sana. E come per me è beneficata la città di Catania, così per te sarà onorata la città di Siracusa”.
Il suo martirio
Guarita la madre e di ritorno a Siracusa, Lucia le raccontò del sogno e della sua volontà di consacrarsi a Cristo e di elargire il suo patrimonio ai poveri. La madre acconsentì e Lucia visse, per i successivi 3 anni, al servizio dei poveri e degli ultimi presso le catacombe cristiane della sua città. La persecuzione dei romani, però, era dietro l’angolo, in particolare quella del suo pretendente il quale, vedendosi respinto per l’ennesima volta, per vendicarsi decise di denunciarla alle autorità come cristiana.

Arrestata, Lucia fu condotta a processo dove le fu chiesto di fare sacrificio agli dei, ma lei si oppose, proclamando dei passi della Sacra Scrittura, dichiarandosi infatti pronta anche a subire la tortura, ma di non rinnegare Cristo. Accusata di stregoneria, fu cosparsa di olio, posta su legna, pece e resine per essere arsa nel fuoco, ma le fiamme non la toccarono. Alla fine, fu fatta inginocchiare per essere uccisa con la spada: secondo le fonti latine, le fu infisso un pugnale in gola mentre, stando agli atti greci, venne decapitata, il 13 dicembre dell’anno 304.
Morì non prima di aver ricevuto l’Eucaristia, profetizzando la fine delle persecuzioni, la pace per la Chiesa con la caduta di Diocleziano e il suo patronato su Siracusa. C’è da specificare che risulta privo di fondamento e assente nelle narrazioni e tradizioni, l’episodio che alla Santa siano stati cavati gli occhi.
L’emblema degli occhi sulla coppa, o sul piatto, sarebbe da ricollegarsi, più semplicemente, alla devozione popolare che l’ha sempre invocata protettrice della vista, a motivo dell’etimologia del suo nome dal latino: Lux che, come abbiamo detto all’inizio, significa proprio “luce”.