Nel cuore della Terra Santa, risplende la figura di Maria di Gesù Crocifisso e la sua devozione incentrata sullo Spirito Santo.
Questa carmelitana scalza, mistica e donna di profonda fede, ha donato alla Chiesa un messaggio intriso di spiritualità e amore per lo Spirito Santo. Fondatrice di un Carmelo a Betlemme, la sua vita e le sue esperienze straordinarie continuano ancora oggi a illuminare il cammino di tanti fedeli, lasciando un’eredità che non smette di parlare al cuore dei credenti.
Maria di Gesù Crocifisso e il culto allo Spirito Santo
Maria di Gesù Crocifisso (1846-1878), conosciuta anche come “la piccola araba”, nacque in un villaggio vicino a Nazaret e morì giovanissima a Betlemme, lasciando un segno profondo nella storia spirituale del Carmelo. La sua missione principale, affidatale da Gesù stesso, fu quella di diffondere il culto allo Spirito Santo e di promuovere una Messa mensile in onore del Paraclito, richiesta che ella trasmise al Papa, allora Pio IX.
La sua devozione allo Spirito Santo era intensa e umile; Mariam lo invocava con nomi affettuosi e, in una rivelazione del 18 maggio 1873, Gesù le promise che chiunque invocherà lo Spirito Santo troverà pace e luce, e che la Messa mensile avrebbe portato benedizioni straordinarie: «Guarirà gli ammalati, sveglierà quelli che dormono». Pur sentendosi inizialmente sopraffatta, Mariam si affidò completamente alla volontà divina.
Questa richiesta di rilanciare la devozione al Paraclito si inserisce in un contesto storico e spirituale più vasto, nel quale anche santa Elena Guerra, “l’apostola dello Spirito Santo”, operava in Italia, ottenendo dal Papa Leone XIII l’emanazione di documenti pontifici che incoraggiavano la diffusione di questa devozione, fondamentale per il rinnovamento della Chiesa e la salvezza delle anime.
Nata in Galilea nel 1846 da una famiglia cattolica greco-melchita, Mariam rimase orfana molto giovane e visse un’infanzia segnata da difficoltà, tra cui un tentativo di obbligo al matrimonio e un’aggressione violenta da parte di un musulmano, che le causò una ferita quasi mortale alla gola. Miracolosamente sopravvissuta, attribuì la sua guarigione all’intervento della Vergine Maria.
La sua umiltà e la sua fede incrollabile la portarono a entrare nel Carmelo di Pau, in Francia, dove prese il nome di Maria di Gesù Crocifisso. Fu la prima carmelitana a pronunciare i voti perpetui in India, a Mangalore, e infine tornò in Terra Santa per fondare il Carmelo di Betlemme, dove morì a soli 32 anni.
La sua vita fu segnata da numerosi doni mistici straordinari: estasi, levitazioni, stigmate, trasverberazioni del cuore, apparizioni e profezie, che testimoniarono la sua profonda unione con Dio. Nonostante ciò, Mariam mantenne sempre una totale obbedienza e semplicità, chiamando le sue sofferenze “la mia malattia” e rifiutando ogni forma di protagonismo spirituale.
Fondamentale è l’insegnamento sulla grandezza dei voti religiosi di povertà, castità e obbedienza, da lei vissuti come la vera forza spirituale, nonostante fossero temuti dal demonio come “le tre parole cattive”. La Madonna stessa la guidò, suggerendole meditazioni sull’umiltà e la fedeltà ai voti, parole che ancora oggi rappresentano una consolazione e uno stimolo per i consacrati.

Elena Guerra, l’apostola dello Spirito Santo e la riscoperta della devozione
Parallelamente all’opera di Mariam Baouardy, in Italia visse santa Elena Guerra (1835-1914), religiosa e fondatrice della Congregazione delle Suore Oblate dello Spirito Santo, canonizzata nel 2024 da papa Francesco. Dedicò la sua vita a diffondere la devozione al Paraclito, soprattutto di fronte alla crescente diffusione di pratiche spiritiste e all’anticlericalismo dell’epoca.
Attraverso una fitta corrispondenza con papa Leone XIII, Elena ottenne la pubblicazione di importanti documenti pontifici, tra cui l’enciclica “Divinum illud munus“, che promuoveva la novena allo Spirito Santo in preparazione alla Pentecoste. La sua insistenza portò a un rinnovato interesse per la terza persona della Santissima Trinità, fondamentale per la vita spirituale e la missione della Chiesa.
Nonostante le difficoltà e le critiche interne alla sua congregazione, Elena Guerra perseverò, offrendo la propria vita per il bene della Chiesa e stimolando migliaia di fedeli a riscoprire la presenza e la forza dello Spirito Santo. La sua canonizzazione ha riaffermato l’importanza della sua missione e il valore della devozione allo Spirito Paraclito.
Le figure di Maria di Gesù Crocifisso e Elena Guerra sono unite da un comune impegno: ravvivare il culto e la devozione allo Spirito Santo, fonte di luce, pace e forza per la Chiesa e il mondo. Maria di Gesù Crocifisso, con la sua vita di preghiera, carità e obbedienza, ha contribuito a rinvigorire questa devozione, mentre Elena Guerra ha promosso la sua diffusione attraverso la stampa, la formazione e il dialogo con il pontefice.
Entrambe le sante hanno mostrato come la vera missione cristiana sia radicata in una fede umile e docile allo Spirito, capace di trasformare le prove e le difficoltà in un cammino di santità e di amore per Dio e il prossimo. La loro testimonianza continua a essere un invito alla Chiesa e ai fedeli a riscoprire la potenza trasformante del Paraclito nella vita personale e comunitaria.