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Santa Teresa di Lisieux: la “Storia di un’anima” che ha convertito anche alcuni Beati

Giovanissima Santa che, nonostante la prematura morte a soli 24 anni, ha lasciato nella Chiesa un’impronta notevole, tanto da essere stata proclamata Dottore della Chiesa.

Una vita non semplice la sua, caratterizzata da salute cagionevole ma, non per questo, da una fede che vacillava, anzi. Era più forte e più salda che mai. Questo l’ha portata ad essere considerata come Patrona dei Missionari, insieme a San Francesco Saverio.

C’è stato un qualcosa che, però, ha colpito più di tutto: la sua autobiografia dal titolo “storia di un’anima”, pubblicata postuma la sua morte.

Una Santa giovane, in una vita precaria

Giovanissima, ma piena di fede tanto da essere stata d’esempio per tantissimi altri come lei che, proprio leggendo la sua biografia e seguendo il suo esempio, hanno conosciuto ed abbracciato la vera fede anche attraverso la conversione. Lei è Santa Teresa di Lisieux, meglio conosciuta da tutti con il nome di Santa Teresina, o Santa Teresa di Gesù Bambino.

La sua è stata una spiritualità diversa, una vera e propria novità rispetto a tutto ciò che si era avuto finora e del quale si era parlato. La sua “Storia di un’anima”, ha lasciato il segno e, come lei stessa diceva, dal punto di vista teologico, una “piccola via” che ha ispirato moltitudini di credenti e colpito anche molti non credenti.

Proveniente da una famiglia di piccoli operai possidenti di una piccola fabbrica a conduzione familiare, i suoi genitori erano entrambi due religiosi mancati. Sua madre Marie – Azielie, in particolare, venne rifiutata da diversi conventi a causa dei suoi problemi di salute, ma questo non la scoraggiò. Promise a sé stessa che, se si fosse sposata, avrebbe donato, nei limiti del possibile, i propri figli alla Chiesa.

Ebbero 9 figli di cui solo cinque, e tutte donne, sopravvissero sino all’età adulta e tutte abbracciarono la vita religiosa. Fra queste anche Teresa, che nacque nel 1873. Una bambina precoce in tutto ma, come dicevamo, di salute cagionevole. Questo, però, non la limitò nella sua vocazione religiosa: “E’ di una intelligenza superiore a quella di Céline, ma molto meno dolce, e soprattutto di una testardaggine quasi invincibile; quando dice no, niente la può far cedere” – scriveva la madre di Teresa.

Le sue “pene dell’anima”

Lei, rispetto alle sue sorelle, era la più sensibile riguardo l’educazione cristiana. Nel 1881, a soli 8 anni, entrò all’abbazia di Notre-Dame du Pré, nella scuola animata dalle benedettine a Lisieux.

L’inizio della “piccola via” – www.medjugorje.it

Un’esperienza in convitto che, però, segnò profondamente la bambina. La morte prematura della madre, le sorelle che, a poco a poco, ognuna di loro entrava in convento, provocarono a Teresa un senso di angoscia, quelle che lei stessa chiamerà poi, “le pene dell’anima”.

Quando anche la terza sorella entrò in convento, si aprì per Teresa il periodo della depressione. Tutto cambiò la notte di Natale del 1886: “Quella notte in cui si fece debole e sofferente per amore mio, mi rese forte e coraggiosa” – scriverà. Fu un anno di cambiamento e preparazione che la portò, nel 1887, ad entrare nel convento delle Carmelitane, per dare inizio al suo postulato.

Il 10 gennaio 1889, con la vestizione e l’emissione dei voti temporanei, Teresa fece il suo ingresso nel noviziato, assumendo ufficialmente il nome religioso di suor Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo. Il suo ingresso in convento aveva, per Teresa, uno scopo: quello di diventare Santa. Vedeva i propri limiti, che la facevano sentire insignificante e ancora lontana da quell’amore senza difetti che intendeva praticare. Comprese allora che era su questa piccolezza che avrebbe dovuto contare per domandare l’aiuto di Dio e, grazie proprio alla Sacra Scrittura arrivò a comprendere che “la Misericordia di Dio è concessa ai piccoli”.

La “piccola via” nella “Storia di un’anima”

La piccolezza e i limiti di Teresa divennero ai suoi occhi motivo di gioia: era nei suoi limiti, che si esercitava l’amore misericordioso di Dio per lei. Nei suoi manoscritti Teresa dà a questa intuizione teologica il nome di “piccola via”.

La bellezza del libro “Storia di un’anima” – www.medjugorje.it

Nel 1896 Teresa contrasse la tubercolosi, che nel giro di diciotto mesi la portò alla morte. Una morte che, però, lasciò una lunga scia luminosa dietro di sé che tutti conosceranno, soltanto dopo la sua morte, con la biografia “Storia di un’anima”.

In questo volume, lei parla proprio della sua “piccola via” e si racconta che molti si avvicinarono a Dio leggendola e, anche alcuni Beati riferirono di sentirsi trasformati proprio dopo la lettura di quest’opera.

Da quelli che sono i ricordi della sua infanzia (raccolti nel manoscritto A), alle lettere indirizzate alle sue sorelle maggiori dove descrive il suo cambiamento interiore (manoscritto B), fino alla sua vita in convento, scritta nel manoscritto C. Un volume che ha segnato, non solo il suo cambiamento spirituale, ma anche quello di molti altri che l’hanno letto.

Published by
Rosalia Gigliano