Spagna, Sanchez propone di inserire l’aborto nella Costituzione: cosa sta succedendo

Spagna vuole inserire aborto in Costituzione Spagna vuole inserire aborto in Costituzione
Spagna vuole inserire aborto in Costituzione (credit youtube@TgLa7)-medjugorje.it
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In Spagna si accende il dibattito sulla proposta del Primo Ministro Sanchez di inserire il diritto all’aborto, all’interno della Costituzione.

Negli ultimi giorni, in Spagna si è acceso un forte dibattito dopo l’annuncio da parte del Primo Ministro, Pedro Sanchez, di voler proporre al Congresso una riforma che includa il diritto all’aborto, nella Costituzione.

Se diamo uno sguardo al tasso di natalità della Spagna, che è bassissimo, non si può non guardare con preoccupazione all’aumento degli aborti nel suddetto Paese. Da quanto si apprende, infatti, una donna su 4 ricorrerebbe a un’interruzione di gravidanza.

Nel 2023, in Spagna si è rilevato il più basso tasso di nascite dal 1941. La percentuale di fertilità è altrettanto bassa, ossia 1.16 figli per ogni donna.

Sanchez ha spiegato così la sua proposta, come riporta El PaisIl Governo proporrà una riforma costituzionale per includere il diritto all’aborto nella Legge Fondamentale. In un contesto globale di offensiva contro i diritti sessuali e riproduttivi, la Spagna compie un altro passo avanti verso la consacrazione della libertà e dell’autonomia delle donne nel decidere della propria vita». Ma cosa avrebbe portato il primo ministro spagnolo, a fare tale proposta?

Spagna, cosa c’è dietro la decisione di Sanchez?

I media spagnoli parlano di una reazione del governo Sanchez a una recente mozione del partito di destra Vox,  approvata nel Comune di Madrid.

Spagna vuole inserire aborto in Costituzione
Spagna vuole inserire aborto in Costituzione-medjugorje.it

Essa sarebbe supportata dal Partito Popolare (PP), che si sarebbe anche aspramente espresso contro la riforma che Sanchez vorrebbe attuare, considerandola non prioritaria rispetto ad altre problematiche del Paese, tra cui il calo demografico.

La mozione si proponeva di informare le donne in merito a una presunta sindrome post aborto, che alcune fonti progressiste riterrebbero priva di fondamento scientifico.

Eppure, in realtà, delle ricerche in merito ci sono (come l’Ashton del 1980) e alcune, anche di molti anni fa, mostrerebbero come alcune donne, in seguito all’aborto, abbiano riscontrato problemi psicologici (44%), disturbi del sonno (36%), con il 31% che si era mostrata pentita della scelta fatta, e l’11% che aveva chiesto una prescrizione di psicofarmaci.

Tutti sintomi di cui, al di là di ogni pensiero politico-religioso, ogni donna dovrebbe essere a conoscenza. Se la proposta di Sanchez dovesse passare in Spagna, essa diventerebbe il secondo Paese, dopo la Francia, ad aver inserito il diritto all’aborto all’interno della Costituzione.

Peraltro, una scelta del genere andrebbe a peggiorare la situazione demografica spagnola, e non la contrasterebbe. Ci si chiede, dunque, se questa dovesse divenire una tendenza a livello europeo, in che direzione porterebbe?