Che fine ha fatto il centurione che trafisse Gesù in croce? - www.medjugorje.it
Nessuno mai avrebbe pensato che, proprio lui, il centurione ai piedi della croce di Gesù, avesse potuto avere un giorno un ruolo importante anche per la Chiesa.
Lui, che si convertì proprio nel momento in cui il Signore chinò il capo, fu il primo a capire fra i pagani che veramente “questi era il Figlio di Dio”. Quello che in molti si sono chiesti è: che fine ha fatto Longino? Sono solo leggende quelle che si legano alla sua persona?
I Vangeli, al di là del momento della crocifissione e morte di Gesù non ne parlano. Ecco che cosa sappiamo di lui.
Una figura anche controversa per certi versi ma che, invece, nasconde anche qualcosa di molto positivo alle sue spalle. Tutti ricordiamo, avendo letto al Sacra Scrittura ma, anche, ascoltando il Vangelo che narra della Passione e morte di Gesù, di Longino, il centurione che ai piedi della croce di Cristo, esclamò la frase: “Veramente costui era il Figlio di Dio”.
Ma più di questo non sappiamo di lui, i Vangeli non ci danno altre informazioni in merito. Allora cos’altro sappiamo di lui? Poco o nulla e il tutto, lo dobbiamo alla fantasia dei fedeli quanto anche a quella di coloro che hanno tramandato la sua storia di generazione in generazione. La tradizione popolare nei secoli, basandosi su quel passo del Vangelo di Giovanni che, ci parla del soldato che stava ai piedi della croce, descrivendolo nell’atto di trafiggere con la sua lancia il costato di Gesù, per assicurarsi che fosse morto.
Tutti si sono chiesti se, dopo il suo riconoscere Gesù come Figlio di Dio, sia sopravvissuto o meno, e quale sia stata la sua sorte. Non possiamo saperlo, come dicevamo all’inizio: la tradizione, i racconti popolari hanno fatto il resto, ma nulla c’è di ufficiale. Diverse, però, sono le leggende che si ricollegano a lui, alcune sono davvero curiose.
Nel VI secolo, ad esempio, Longino venne immaginato da uno scrittore all’interno di quella schiera di beati che avevano visto e riconosciuto Cristo, anche senza esserne stato suo discepolo. Longino fu comunque in grado di riconoscerne la divinità e addirittura di professarla ad alta voce, e in luogo pubblico. Proprio per questo, lo scrittore, anche immaginando e restando stupito del suo coraggio, lo inserì nella schiera dei beati.
Nella “Lettera di Pilato a Erode”, un testo apocrifo del V secolo, invece, Longino viene descritto come uno dei primi testimoni della resurrezione di Gesù. Lui, un soldato di alto rango al quale fu anche chiesto di comandare il gruppo di uomini armati posti a guardia del sepolcro. Se non gli fosse bastata l’esperienza che aveva avuto ai piedi della croce, trovare inspiegabilmente vuoto il sepolcro, che lui stesso aveva sorvegliato con tanta cura, fu per Longino, l’ulteriore conferma della divinità di Cristo.
Secondo un’ultima tradizione bizantina, invece, Longino viene descritto come un nuovo San Giorgio, capace di ammazzare draghi e spiriti maligni. Una figura molto discussa e controversa, ma che al tempo stesso viene indicata come “quel pagano che ha saputo riconoscere la divinità di Gesù”.