Qualcuno non ci crederà o, comunque, non ci avrà dato peso più di tanto: era l’8 maggio quando qualcuno si affacciò alla loggia di Piazza San Pietro, presentandosi come nuovo Pontefice.
I cardinali, dopo tre giorni di Conclave, lo avevano scelto ed eletto come successore di papa Francesco, deceduto il giorno del Lunedì dell’Angelo: il cardinale Robert Francis Prevost veniva eletto Papa, con il nome di Leone XIV.
Qualche giorno fa sono trascorsi già 3 mesi: come sono stati i primi mesi di Pontificato? Cosa è cambiato, quanto per lui quanto anche per la Chiesa? Vediamolo insieme.
Il primo Papa dagli Stati Uniti
Un uomo sobrio, pacato e tranquillo, pragmatico e capace di arrivare al cuore della gente anche con parole semplici e gesti spontanei. Un po’ guardando al suo predecessore, Francesco che di spontaneità ne aveva da vendere, quanto anche proiettandosi verso il futuro, comprendendo che la comunicazione, specie con i giovani, non deve essere fatta di parole difficili e altamente teologiche.
Lui è Robert Francis Prevost: un nome che, fino allo scorso mese di maggio, di certo, non ci diceva nulla, ma che poi abbiamo pienamente conosciuto con il nome di Papa Leone XIV. Sì, perché era proprio nel giorno della recita della Supplica alla Madonna di Pompei che i cardinali, riuniti in Conclave, scelsero il nuovo Pontefice, pastore e guida della Chiesa.
69 anni, il primo papa degli Stati Uniti e che, per anni, è stato guida di una delle più importanti diocesi del Perù. La prima volta per un americano al soglio di Pietro, il primo Papa che parla inglese come lingua madre ma che conosce perfettamente anche l’italiano, il francese e lo spagnolo. Un Papa matematico oltre che teologo, vista la sua laurea: insomma, un profilo completo in ogni sua forma.
Una difficile eredità che sta portando con sobrietà
Non è stato facile far convergere i voti della maggior parte dei cardinali su di lui, ma la scelta non poteva essere più azzeccata per dare continuità ad un pontificato che ha lasciato il segno, quale quello di Francesco. Certo, la sua popolarità deve ancora “formarsi” del tutto, ma era normale: nessuno, dopo Francesco, sarebbe riuscito a imporsi immediatamente.

Ma Leone ci sta provando e riuscendo a poco a poco. Un Papa sobrio, che ha ripreso alcuni elementi della tradizione (quale la mantellina rossa per gli incontri ufficiali, o le vacanze a Castel Gandolfo), ma anche un Papa che ha scelto la direzione dell’apertura di Francesco, anche se guardandole a modo suo.
Il suo essere americano non ha mai influenzato il suo Pontificato, quanto anche la lingua inglese, che si è sentita solo in pochissimi casi. E nemmeno il giorno del saluto a tutti i fedeli in Piazza San Pietro, dove scelse la lingua italiana per presentarsi. E quel suo: “La pace sia con tutti voi”, come segno primario e compito per eccellenza del suo Pontificato: portare la pace, costruire la pace.
Un Pontefice moderato che alza la voce insieme ai giovani al Giubileo, gridando per la pace in Terra Santa e in tutte le parti traviate del mondo. Un Papa che si sta facendo largo nei nostri cuori.