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Uccisi dai regimi e dichiarati beati. Ecco chi sono

La schiera dei Beati si arricchisce ancora di più e, questa volta, si tratta di un gruppo di sacerdoti del nostro secolo, uccisi in maniera barbara in uno dei momenti più difficili della storia dell’umanità.

Si tratta di sacerdoti che sono morti durante il periodo nazista e comunista. 11 sacerdoti, uomini di Dio che hanno donato la loro vita senza mai rinnegare la propria fede in Cristo. Alcuni di loro sono morti anche nei campi di concentramento.

Una storia che ha colpito tutti ma che ha anche fatto capire come, in un periodo buio della storia, la luce della fede, nonostante tutto, non si sia mai spenta.

I regimi non uccidono la Chiesa

La morte, anche se violenta e provocata da altre persone, nel pieno della guerra o in un periodo di regime dittatoriale, non può mai spegnere la fede in Cristo. Questo è l’insegnamento che 11 sacerdoti, che presto saranno proclamati Beati, ci hanno lasciato. Si tratta di uomini di Dio che, pur di non rinnegare la loro fede e di restare a lei sempre ancorati, hanno donato la vita.

Questi sacerdoti, nell’udienza con il Cardinale Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, sono stati riconosciuti come coloro che possono esser dichiarati Beati da Papa Leone XIV. Sono 9 salesiani polacchi, uccisi tra il 1941 e il 1942, in odio alla fede, nei campi di concentramento di Auschwitz e Dachau, e di due preti diocesani dell’ex Cecoslovacchia assassinati tra il 1951 e il 1952 dal regime comunista insediatosi nel loro Paese.

I sacerdoti sono tutti stati uccisi in odio alla fede in Cristo che loro professavano ed avevano da parte dei regimi insediatisi in Europa. Jan Świerc, Ignacy Antonowicz, Ignacy Dobiasz, Karol Golda, Franciszek Harazim, Ludwik Mroczek, Włodzimierz Szembek, Kazimierz Wojciechowski e Franciszek Miśka: sono questi i nomi dei 9 salesiani che erano impegnati in attività educative nel 1939 quando la Polonia venne invasa dai nazisti.

11 sacerdoti morti, ora saranno beati

Non avevano alcun legame con la politica, ma la furia del regime si scatenò anche contro di loro, solo perché erano sacerdoti cattolici. Quando furono portati nei campi di concentramento, non mancarono in nessun momento, di offrire conforto a tutti coloro che erano internati come loro, continuando il loro ministero apostolico, fino a quando furono deportati ed uccisi.

La loro storia che colpisce – www.medjugorje.it (photo: Araldi del Vangelo)

Jan Bula e Václav Drbola erano invece due sacerdoti della Cecoslovacchia e, anche loro, furono uccisi in odio alla fede dal regime comunista. Erano, entrambi, considerati pericolosi per il regime che aveva avviato, anche nel loro paese, una persecuzione contro i membri della Chiesa Cattolica. Nel 1951, il sacerdote Bula fu accusato di congiura e anche di aver ispirato un attentato e, per questo, ucciso.

Lo stesso accadde anche per il sacerdote Drbola, imputato anche lui per lo stesso attentato di cui era stato ingiustamente accusato il suo confratello.

Published by
Rosalia Gigliano