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Un Natale che abbraccia l’Italia intera: dal nord al sud per illuminare San Pietro

Quest’anno, la magia del Natale in Vaticano unirà Nord e Sud Italia in un abbraccio simbolico di fede e tradizione.

L’albero di San Pietro giungerà dalle valli innevate dell’Alto Adige, mentre il presepe porterà con sé i colori e la spiritualità della Campania. Due mondi diversi, un’unica luce: quella che ricorda l’Incarnazione e il mistero della speranza che si rinnova ogni anno nella piazza del Papa.

Dalle valli altoatesine al cuore del Vaticano

Il Natale 2025 in Vaticano parlerà il linguaggio della natura e della tradizione. L’imponente abete rosso che svetterà nell’emiciclo del Bernini, alto circa 27 metri, arriverà dalla suggestiva Val d’Ultimo, nella provincia autonoma di Bolzano, ed è donato dai comuni di Lagundo e Ultimo.
Una valle che conserva ancora il fascino delle Alpi incontaminate, lunga quaranta chilometri e incastonata tra boschi e paesaggi che sembrano usciti da un presepe naturale. Lì, dove il tempo scorre al ritmo del vento tra gli abeti, nasce l’albero che diventerà simbolo universale di pace e di festa davanti alla Basilica di San Pietro.

Accanto a lui, un altro segno di Natale prenderà forma in Piazza San Pietro: il presepe campano, dono della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, racconterà la nascita di Gesù attraverso la bellezza e la fede del territorio nocerino. L’opera, ricca di dettagli, integrerà elementi religiosi e culturali, figure di santi e persone semplici, in un dialogo continuo tra cielo e terra.

L’albero ed il presepe in piazza San Pietro (www.medjugorje.it)

Il presepe nocerino: fede, arte e radici popolari

Il presepe che illuminerà Piazza San Pietro quest’anno sarà un viaggio dentro la spiritualità del Sud. Sarà infatti ispirato ai luoghi simbolici dell’Agro nocerino, come il Battistero Paleocristiano di Nocera Superiore e la fontana Helvius di Sant’Egidio del Monte Albino, accanto a una tipica casa con cortile e portale in tufo grigio nocerino.

Al centro della scena, sant’Alfonso Maria de’ Liguori — grande dottore della Chiesa e autore di “Tu scendi dalle stelle” — siederà al clavicembalo, mentre contempla il mistero dell’Incarnazione accompagnato da due bambini. Sullo sfondo, un quadro della Vergine delle Tre Corone di Sarno e un orologio a pendolo che ricorderà l’abitudine del santo di recitare un’Ave Maria a ogni rintocco.
Tra i personaggi, spiccheranno figure legate alla fede e al territorio: don Enrico Smaldone, ritratto come un pastore che sale verso Cristo, e il servo di Dio Alfonso Russo, simbolo di carità e sofferenza. Una pastorella offrirà i frutti della terra — carciofi, noci, pomodori San Marzano — mentre due zampognari diffonderanno la melodia della tradizione.

Una scala con cancello in ferro rappresenterà il passaggio dalla vita vecchia a quella nuova in Cristo, mentre una stella cometa luminosa, con la coda a forma di àncora, dominerà la scena come segno di speranza e di fede incrollabile.

Non mancherà, infine, il presepe allestito nell’Aula Paolo VI, donato dal Costa Rica e intitolato “Nacimiento Gaudium”. L’opera, creata dall’artista Paula Sáenz Soto, richiama il valore sacro della vita fin dal concepimento, un tema caro a Papa Francesco.
Insieme all’albero principale, in Vaticano arriveranno anche altri abeti più piccoli, sempre provenienti da Lagundo e Ultimo, che verranno decorati e distribuiti nei palazzi e negli uffici della Santa Sede.

Published by
Gianluca Di Marcantonio