Oggi la chiesa fa memoria liturgica della Madonna della Neve, di un miracolo che secoli e secoli fa, portò ad un qualcosa di inaspettato nel cuore della città di Roma, ma non solo.
Una devozione che, piano piano, si è espansa ovunque e che ha portato la Madonna, che viene onorata con il titolo “della Neve”, ad uscire metaforicamente da Santa Maria Maggiore e ad andare altrove, anche in altre parti d’Italia e del mondo.
In questo giorno, il 5 agosto, in tantissimi la festeggiano e ne celebrano il suo nome e la sua vicinanza. Tu conosci la sua storia?
Madonna della Neve: una festa importante non solo a Roma
Quando si parla della Solennità della Madonna della Neve non si può che pensare al 5 agosto. In quella notte del lontano 350 d.C, il miracolo della neve che stupì Roma, sul colle dell’Esquilino, lasciò un segno indelebile non solo nei nobiluomini che fecero il sogno prodigioso, quanto anche in coloro che scoprirono questa devozione così bella e intensa.
Una storia e una fede che si è espansa ovunque, in Italia e nel mondo arrivando sino ai giorni nostri e conquistando anche il cuore di un Pontefice, Francesco, che ha deciso di esser sepolto proprio in quel tempio, quello di Santa Maria Maggiore, accanto a lei. Ma cosa sappiamo di questa storia così particolare?
Il titolo è legato a quello della basilica di Santa Maria ad Nives sul colle Esquilino di Roma, ritenuta il più antico santuario mariano dell’Occidente, eretta da papa Sisto III sul sito dell’antica basilica liberiana e intitolata alla Vergine. Secondo la tradizione, nel 352, sotto il pontificato di papa Liberio, un nobile e ricco patrizio romano di nome Giovanni insieme alla sua nobile moglie, non avendo figli decise di offrire i propri beni alla Santa Vergine per la costruzione di una chiesa a lei dedicata.
La storia di un miracolo
La Madonna apprezzò il loro desiderio e apparve in sogno ai coniugi la notte fra il 4 e il 5 agosto, indicando con un miracolo il luogo dove sarebbe sorta la chiesa.

La mattina seguente i coniugi romani si recarono dal papa per raccontare il sogno fatto da entrambi: poiché anche il papa aveva fatto lo stesso sogno, si recarono sul posto indicato, il Colle Esquilino, che fu trovato coperto di neve in piena estate. Il pontefice tracciò il perimetro della nuova chiesa seguendo la superficie del terreno innevato e fece costruire l’edificio sacro a spese dei nobili coniugi.
Come dicevamo all’inizio, si tratta di una tradizione non confermata da alcun tipo di documento. Il culto sulla Madonna della Neve andò comunque sempre più confermandosi, tanto è vero che tra il XV e il XVIII secolo ci fu la massima diffusione delle chiese dedicate alla Madonna della Neve, con l’instaurarsi di tante celebrazioni locali che ancora oggi coinvolgono interi paesi e quartieri di città.
In tutta Italia si venera la Vergine della Neve: si contano 152 edifici sacri fra chiese, santuari, basiliche minori. In Piemonte ce ne sono 31, in Lombardia 19 e in Campania 17. Ma è proprio nel napoletano che il culto e la celebrazione per la Madonna della Neve diventano molto solenni, coinvolgendo le comunità di fedeli con manifestazioni esterne e folcloristiche.
La tradizione e la fede: Torre Annunziata e Ponticelli
Nello specifico, sono Ponticelli e Torre Annunziata a vivere la festa della Vergine della Neve in maniera diversa dal solito.

Il 5 agosto è festa in entrambe le cittadine: a Ponticelli, la solennità della Vergine ha inizio il 27 luglio e si prolunga fino al 4 agosto, con il Novenario di preghiera in suo onore. Poi dal giorno 5, sino alla domenica successiva, Ponticelli vive la festa folkloristica, con l’intronizzazione sull’artistico “carro” della statua di Maria, e il suo camminare (portata a spalla da centinaia di persone) per le principali vie del quartiere.
A Torre Annunziata, invece, la festa liturgica è sempre il 5 agosto, ma l’aspetto folkloristico si sposta verso il porto della cittadina dove il quadro della Vergine dà inizio al suo corteo in mare, in ricordo del ritrovamento del quadro che salvò la città dalla minaccia dell’eruzione del Vesuvio.
Momenti di fede che vanno vissuti e, allo stesso tempo, anche tramandati di generazione in generazione.