Papa Leone XIV ha esortato tutti i cristiani a superare le divisioni teologiche e lavorare per quell’unità che sia segno di pace.
Papa Leone XIV ha invitato i cristiani ad andare oltre le “controversie teologiche“ che non servono più alla causa dell’unità e a riscoprire insieme la fede professata 1.700 anni fa al Concilio di Nicea. In una nuova lettera apostolica, In unitate fidei (‘Nell’unità della fede’), pubblicata il 23 novembre (solennità di Cristo Re), il Papa collega l’anniversario del primo Concilio ecumenico all’Anno Santo del 2025 e al suo imminente viaggio apostolico in Turchia.
Il Santo Padre commemorerà in terra turca il 1700esimo anniversario di Nicea e prenderà parte a un evento ecumenico con il Patriarca ecumenico Bartolomeo, in programma il 30 novembre, prima di proseguire per il Libano.
Papa Leone XIV: “L’unità tra cristiani non ci rende più poveri, ci arricchisce”
“Vorrei che questa Lettera incoraggiasse tutta la Chiesa a rinnovare il proprio entusiasmo per la professione di fede“, scrive il Papa, sottolineando che il Credo niceno-costantinopolitano “per secoli è stato patrimonio comune dei cristiani, e merita di essere professato e compreso in modi sempre nuovi e attuali“.

Leone XIV afferma che il Credo niceno “può essere la base e il punto di riferimento” per un rinnovato cammino verso la piena comunione tra i cristiani. “Esso ci offre un modello di vera unità nella legittima diversità – scrive il Pontefice – Unità nella Trinità, Trinità nell’Unità, perché l’unità senza molteplicità è tirannia, la molteplicità senza unità è frammentazione“.
“Dobbiamo quindi abbandonare le controversie teologiche che hanno perso la loro ragion d’essere per sviluppare una comprensione comune e, ancor più, una preghiera comune allo Spirito Santo, affinché ci raccolga tutti in un’unica fede e in un unico amore“, prosegue il Papa. “Il ristabilimento dell’unità tra i cristiani non ci rende più poveri; al contrario, ci arricchisce”, aggiunge Papa Leone, definendo l’obiettivo della piena unità visibile “una sfida teologica e, ancor più, una sfida spirituale, che richiede pentimento e conversione da parte di tutti“.
Tra guerre, disastri, ingiustizie e fame “questo Credo ci dà speranza”
Collegando poi Nicea alle crisi odierne, Leone XIV osserva che l’Anno Santo è dedicato al tema ‘Cristo nostra speranza’, sottolineando come il Credo niceno rimanga una fonte di fiducia in mezzo a guerre, ingiustizie e sofferenze.
“In questo Anno Santo, dedicato al tema di Cristo nostra speranza, è una provvidenziale coincidenza che celebriamo anche il 1700° anniversario del Primo Concilio Ecumenico di Nicea“, scrive Papa Prevost. Quel concilio, ricorda, “proclamò la professione di fede in Gesù Cristo, Figlio di Dio. Questo è il cuore della fede cristiana“.
“In questi tempi difficili che stiamo vivendo, tra tante preoccupazioni e paure, minacce di guerra e violenza, disastri naturali, gravi ingiustizie e squilibri, fame e miseria sofferenze di milioni di nostri fratelli e sorelle, questo Credo ci dà speranza“, afferma il Santo Padre, invitando poi tutti i cristiani “a camminare in armonia, custodendo e trasmettendo con amore e gioia il dono ricevuto“, in particolare attraverso le parole del Credo: “Credo in un solo Signore Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio… per la nostra salvezza discese dal cielo“.