Vangelo di oggi 1 ottobre: "La sequela che non ammette rimandi"
Il brano del Vangelo di oggi ci svela che la sequela è un cammino che richiede coraggio, decisione e cuore indiviso.
Il brano di oggi ci mette davanti alla radicalità della sequela di Cristo. Tre incontri lungo la strada mostrano come seguire Gesù non sia un semplice entusiasmo, ma una scelta totale, che chiede libertà interiore e distacco da ogni sicurezza. Non si tratta di disprezzare la famiglia o gli affetti, ma di riconoscere che il Regno di Dio ha una priorità assoluta. Le parole di Gesù sono esigenti, persino dure, ma nascondono un invito liberante: affidarsi solo a lui, senza compromessi, senza voltarsi indietro.
In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».
Il primo interlocutore esclama con entusiasmo: «Ti seguirò dovunque tu vada». Ma Gesù frena l’impeto, ricordando che seguirlo significa condividere la sua povertà: «Il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo» (Lc 9,58). Non promette privilegi né sicurezze, ma un cammino spoglio e libero, in cui la fiducia è solo nel Padre. Qui si realizza quanto san Paolo scriverà: «Da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà» (2Cor 8,9). Seguire Gesù comporta un cuore distaccato dai beni, pronto a trovare rifugio solo in Lui.
Il secondo è chiamato direttamente: «Seguimi». Ma risponde chiedendo di rimandare, per un dovere familiare nobile e importante: seppellire il padre. Gesù sembra radicale: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Non è un invito a trascurare gli affetti, ma a non lasciarsi trattenere da essi quando impediscono la missione. Gesù chiede che il Regno abbia la precedenza assoluta, perché portare la vita di Dio è più urgente di ogni altro compito. Qui risuona l’appello di Mt 6,33: «Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia».
Il terzo aspirante discepolo desidera salutare i suoi cari. Gesù risponde con un’immagine forte: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio» (Lc 9,62). Seguirlo significa guardare avanti, con decisione, senza nostalgia per il passato. Il Regno richiede stabilità e fedeltà, non esitazione. Come insegna il Salmo: «Ho deciso, custodirò le tue parole» (Sal 119,57).
Questo passo ci mette davanti all’urgenza della scelta. Non si può rimandare, non si può seguire Gesù con mezze misure. L’invito è chiaro: o ci si fida, oppure si resta prigionieri delle proprie sicurezze. Ma questa radicalità non è peso: è libertà, perché ci apre a una vita piena, totalmente consegnata all’amore di Dio.
Signore Gesù, che hai camminato libero da ogni possesso e sicurezza, donami un cuore pronto a seguirti senza esitazioni. Insegnami a mettere il Regno al primo posto, a non lasciarmi frenare dalle paure o dai rimpianti. Fa’ che la mia sequela sia decisa, fedele e gioiosa, fino a portare frutto nel tuo amore. Amen.