Il brano del Vangelo di oggi ci invita a passare dall’ammirazione alla sequela, dalla devozione alla disponibilità concreta.
Una donna, colpita dalle parole e dalla sapienza di Gesù, esclama con entusiasmo una lode spontanea a Maria: «Beato il grembo che ti ha portato!». È un grido di ammirazione e di affetto umano, che riconosce la grandezza del Figlio attraverso la Madre. Ma Gesù, senza sminuire la figura di Maria, orienta lo sguardo verso una beatitudine ancora più profonda: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!». Con questa risposta, il Signore rivela la vera grandezza dell’uomo: non nei legami di sangue o nelle emozioni, ma nell’ascolto obbediente della Parola che trasforma la vita.
Dal Vangelo secondo Luca 11,27-28
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!»

La riflessione sul Vangelo di oggi
Le parole della donna anonima rappresentano la voce del popolo che intuisce la santità di Gesù e la benedizione che circonda sua Madre. È una forma di lode sincera e naturale: “Beata la Madre che ti ha dato la vita!”. Gesù non respinge quella lode, ma la eleva: la vera beatitudine non sta solo nella maternità fisica, ma nella fede che accoglie e custodisce la Parola.
Con la sua risposta, Gesù svela la radice della vera grandezza di Maria. Lei è beata non solo perché ha portato Gesù nel grembo, ma perché ha creduto alla Parola, l’ha accolta e vissuta. Lo aveva già detto Elisabetta: «Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (Lc 1,45). La maternità di Maria è segno visibile di un ascolto interiore totale, di una disponibilità che ha permesso a Dio di entrare nella storia.
Gesù dunque apre la beatitudine a tutti: ogni credente può essere beato come Maria se vive la stessa disponibilità. L’ascolto non è semplice udire: è lasciarsi penetrare dalla Parola, accoglierla nel cuore, darle spazio concreto nelle scelte quotidiane. “Osservare” la Parola significa farla carne nella vita, lasciando che plasmi i nostri pensieri, atteggiamenti e desideri.
Viviamo in un mondo dove l’ascolto è spesso superficiale: si ascolta per rispondere, non per lasciarsi cambiare. Gesù invece propone l’ascolto come via alla felicità. La beatitudine nasce dal cuore che si lascia abitare dalla Parola, anche quando essa chiede conversione, silenzio o fiducia nel buio. Non basta dire “Signore, che belle parole!”, ma accoglierle fino a viverle. Così ogni cristiano può diventare, come Maria, “culla di Dio” nel mondo.
Spunti di riflessione personale
- Come vivo l’ascolto della Parola: come semplice ascoltatore o come discepolo che la mette in pratica?
- In che modo posso imitare la fede di Maria nella mia quotidianità?
Preghiera di oggi
Signore Gesù, rendi anche me beato nell’ascolto della tua Parola. Fa’ che il mio cuore sia aperto come quello di Maria, che non solo ti ha portato nel grembo, ma ti ha accolto nella fede e nell’obbedienza. Donami di custodire la tua voce e di viverla ogni giorno. Amen.