Vangelo di oggi 12 Settembre: "Solo chi vede può guidare"
Il brano del Vangelo di oggi ci mette in guardia dal rischio di giudicare gli altri senza guardare prima dentro noi stessi.
La parabola del cieco che guida un altro cieco e dell’occhio con la trave e la pagliuzza sono un insegnamento di Gesù che tocca il cuore della vita cristian,a un invito all’umiltà, alla coerenza ed alla responsabilità. Chi vuole aiutare il fratello deve prima lasciarsi purificare. L’ipocrisia spirituale non solo ferisce la comunità, ma impedisce anche di camminare nella verità. Gesù ci indica la via della conversione personale come condizione per diventare veri discepoli e guide affidabili.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
«Può forse un cieco guidare un altro cieco?» (Lc 6,39). Con questa domanda Gesù ci ricorda che per guidare gli altri bisogna prima vedere con chiarezza. Non si può accompagnare qualcuno nella fede se si rimane prigionieri delle proprie cecità interiori. Il Salmo 119 afferma: «Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino» (Sal 119,105). È la Parola di Dio che illumina e libera, rendendo capaci di non cadere nel fosso.
Il Signore poi sottolinea: «Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro» (Lc 6,40). L’identità del cristiano è quella del discepolo che impara da Cristo, unico vero Maestro. La nostra missione non è primeggiare, ma assimilare sempre più lo stile del Signore. Come insegna san Paolo: «Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù» (Fil 2,5). La sequela autentica porta a somigliare al Maestro, non a sostituirlo.
Il cuore del brano è l’immagine della trave e della pagliuzza. È facile notare i difetti degli altri, molto più difficile riconoscere i propri. Gesù denuncia l’ipocrisia di chi pretende di correggere senza prima convertirsi. Qui emerge un insegnamento fondamentale: la correzione fraterna è necessaria, ma deve nascere dall’umiltà e dall’autocritica. «Non giudicate, e non sarete giudicati» (Lc 6,37), aveva già detto Gesù poco prima. L’amore verso il fratello si esprime nel desiderio sincero di aiutarlo, non nel mettersi in cattedra.
L’immagine della trave e della pagliuzza richiama anche la misericordia di Dio. Solo chi sperimenta il Suo perdono può perdonare, solo chi è guarito può aiutare a guarire. È un cammino di verità interiore che apre alla carità autentica.
Signore Gesù, unico Maestro, apri i miei occhi perché possa vedere la mia verità davanti a Te. Liberami dall’ipocrisia e dall’orgoglio che mi portano a giudicare gli altri. Donami un cuore umile, capace di riconoscere le mie fragilità e di accogliere la Tua misericordia. Fa’ che la mia vita illumini i fratelli non con la presunzione, ma con la luce che ricevo da Te. Amen.