Vangelo di oggi 13 novembre: "Non si vede ma ti trasforma il cuore"
Il brano del Vangelo di oggi ci invita a cercare Dio non nei segni, ma nella profondità del cuore, lì dove il Suo amore trasforma in silenzio la nostra vita.
I farisei domandano a Gesù quando verrà il Regno di Dio, ma la loro domanda nasce da un’attesa terrena, politica, visibile. Gesù sposta completamente la prospettiva: il Regno non si manifesta con clamore o potere, ma è già presente — “in mezzo a voi” — nella Sua stessa persona. Il mistero del Regno è quindi quello della presenza di Dio che agisce nel silenzio, nella fede, nella croce. Solo chi accoglie Cristo con cuore aperto ne fa esperienza.
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!» Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».
Gesù risponde ai farisei con parole che smontano le attese umane di grandezza: «Il Regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione». I farisei aspettavano un regno visibile, politico, che avrebbe restaurato il potere di Israele. Ma Gesù rivela che il Regno non è una conquista, è un dono; non si impone con la forza, ma cresce come un seme nascosto (cf. Lc 13,18-21).
«Il Regno di Dio è in mezzo a voi»: con questa affermazione Gesù svela che il Regno è già presente nella Sua persona. Dove Egli è accolto, dove il cuore si apre alla Sua grazia, lì Dio regna. Come insegna San Paolo, «il Regno di Dio non è questione di cibo o bevanda, ma giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo» (Rm 14,17). Non è qualcosa che si può “localizzare”, ma una realtà viva che si manifesta là dove l’amore di Cristo è accolto e vissuto.
Gesù si rivolge quindi ai discepoli, annunciando tempi difficili: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete». È un riferimento alle persecuzioni, all’assenza apparente di Dio nei momenti di prova. Ma proprio in quelle oscurità, la fede è chiamata a maturare. La tentazione di seguire falsi messia — “Eccolo qui, eccolo là” — attraversa ogni tempo: è la ricerca di un Dio spettacolare, che risponda subito ai nostri desideri. Gesù invece ci invita alla vigilanza e alla perseveranza nella fede.
Il suo ritorno, come la folgore che brilla da un capo all’altro del cielo, sarà improvviso ed irresistibile: nessuno potrà ignorarlo. Ma prima, dice Gesù, «è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione». Il mistero del Regno passa attraverso la croce. Solo chi riconosce in Cristo crocifisso il volto del Re può comprendere la logica di Dio: un potere che si manifesta nel servizio, una gloria che nasce dal dono di sé.
Il Regno, dunque, non è un’utopia lontana, ma una realtà presente che cresce in silenzio in chi vive nella grazia e nella carità. Come insegna la Scrittura, «il Signore regna: esulti la terra» (Sal 96,1). Egli regna in ogni cuore che ama, perdona e serve.
Signore Gesù, Re mite e nascosto, Tu che regni nei cuori che Ti accolgono, insegnami a riconoscere la Tua presenza nei piccoli gesti d’amore, nelle lacrime, nel perdono, nella croce quotidiana. Fa’ che non mi perda inseguendo falsi splendori, ma resti fedele al Tuo Regno che cresce nel silenzio. Resta in mezzo a noi, Signore, e fa’ che la Tua pace regni nei nostri cuori. Amen.