Vangelo di oggi 15 dicembre: "Quando l’Uomo Tace, la Verità Parla"
Il brano del Vangelo di oggi ci conduce oggi nel cuore del tempio per un confronto duro tra i capi dei sacerdoti, gli anziani e Gesù.
La loro non è una ricerca sincera, bensì una difesa del proprio potere. Gesù non si sottrae, ma li conduce davanti allo specchio delle loro intenzioni profonde, mostrando come la chiusura del cuore impedisca di riconoscere l’opera di Dio. La questione sull’autorità diventa allora un invito per ciascuno a discernere da chi lasciarsi guidare ed a chi appartenere veramente.
In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
L’episodio nel tempio ha un ritmo quasi drammatico: un interrogatorio, una risposta mancata, uno smascheramento silenzioso. I capi dei sacerdoti e gli anziani chiedono a Gesù: «Con quale autorità fai queste cose?» Non è una domanda innocente. Gesù aveva appena cacciato i mercanti dal tempio e guarito i malati: atti che rivelavano non solo potere, ma un’autorità che viene dall’alto. Loro, però, non vedono la misericordia; vedono una minaccia al loro controllo.
Gesù, con sapienza divina, risponde non con una spiegazione ma con una contro-domanda: «Il battesimo di Giovanni da dove veniva?» La questione è decisiva, perché Giovanni aveva preparato la strada al Messia. Se riconoscessero l’origine divina della missione del Battista, dovrebbero accogliere anche Gesù. Ma il loro calcolo politico li blocca: temono la folla, hanno paura della verità, e alla fine rispondono: «Non lo sappiamo». È il trionfo della non-risposta, segno di un cuore che non vuole lasciarsi convertire.
Così Gesù rivela che non è possibile conoscere la Sua autorità senza un cuore disposto ad accogliere la luce. Non è un’autorità che si impone con la forza, ma quella che deriva dall’unità profonda con il Padre: «Chi vede me, vede il Padre» (Gv 14,9). La base dell’agire di Cristo è l’amore, e l’amore non può essere compreso da chi difende solo se stesso.
Il magistero della Chiesa ricorda che l’autorità di Gesù non domina, ma serve; non schiaccia, ma libera; non toglie, ma compie. La vera autorità nasce dall’umiltà, dalla verità e dalla dedizione. Per questo Gesù parla con una libertà che nessun potere umano può avere: Egli insegna “come uno che ha autorità” (Mt 7,29), perché la Sua parola coincide con la volontà del Padre.
Il rifiuto dei capi religiosi non è solo un episodio del passato: accade ogni volta che l’uomo, per paura o orgoglio, rifiuta di lasciarsi interpellare dalla verità. La domanda allora ritorna: da dove viene per noi l’autorità di Cristo? Dalla tradizione? Dall’abitudine? Dalle emozioni? Oppure dalla consapevolezza che in Lui è la via, la verità e la vita?
Accogliere l’autorità di Gesù significa permettere alla Sua parola di governare le nostre scelte, di purificare i nostri desideri, di liberarci dai calcoli che imprigionano. Solo così la vita diventa un tempio vero, abitato dalla presenza del Signore.
Signore Gesù, unica vera autorità che salva, purifica il mio cuore da ogni paura e da ogni doppiezza. Donami la libertà di accogliere la Tua parola e la forza di seguirti anche quando costa. Fa’ che la mia vita sia un tempio illuminato dalla Tua luce, e che le mie scelte testimonino la Tua verità. Amen.