Vangelo di oggi 15 Settembre: Ai piedi della Croce nasce la Chiesa
Il brano del Vangelo di oggi ci porta ai piedi della croce, nel momento più drammatico e al tempo stesso più fecondo della storia della salvezza.
Qui, accanto a Gesù morente, stanno Maria sua madre, alcune donne e il discepolo amato. In questo contesto di dolore, Cristo pronuncia parole che aprono un nuovo orizzonte: «Donna, ecco tuo figlio… ecco tua madre» (Gv 19,26-27). È il dono della maternità universale di Maria e la nascita della Chiesa come famiglia di Dio. La Croce non è soltanto luogo di sofferenza, ma culla di una nuova comunione che unisce Maria, i discepoli e tutti i credenti.
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
«Stavano presso la croce di Gesù sua madre…» (Gv 19,25). La fedeltà di Maria e del discepolo amato contrasta con l’assenza di molti altri. Qui si manifesta la vera sequela: rimanere accanto al Signore anche nel momento della prova. Maria, che aveva detto “sì” all’Annunciazione (cf. Lc 1,38), ora rinnova la sua disponibilità accogliendo la volontà del Padre fino al compimento.
Gesù, guardando la madre e il discepolo, pronuncia parole che hanno il sapore di un testamento spirituale: «Donna, ecco tuo figlio! … Ecco tua madre!» (Gv 19,26-27). Non è soltanto un gesto di attenzione filiale, ma un atto di portata universale. Maria diventa madre di tutti i discepoli, figura della Chiesa che accoglie e custodisce. Come insegna la Scrittura: «Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna… perché ricevessimo l’adozione a figli» (Gal 4,4-5). Quella donna è ora madre dei redenti.
Il discepolo amato, che rappresenta ogni credente, accoglie Maria «con sé» (Gv 19,27). Non è un’accoglienza esterna, ma un inserimento profondo nella vita della comunità. Da quel momento in poi, la Chiesa cammina con la presenza materna di Maria, guida sicura nella fede ed intercessione instancabile presso il Figlio. È il compimento della profezia del Magnificat: «D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata» (Lc 1,48).
In questo brano vediamo anche il legame indissolubile tra Croce e comunità. Non esiste Chiesa senza il dono della Croce, così come non esiste discepolo senza la presenza di Maria. La fede cristiana non è individuale, ma familiare: ci si salva insieme, accolti sotto lo sguardo materno di colei che ha dato al mondo il Salvatore.
O Maria, Madre presso la Croce, tu che hai accolto ogni discepolo come figlio, entra nella mia casa e custodisci la mia vita. Insegnami a rimanere fedele accanto al tuo Figlio anche nelle prove. Rendimi capace di vivere la comunione con i fratelli e di essere parte viva della Chiesa nata dall’amore di Cristo sulla croce. Madre tenerissima, accompagna il mio cammino verso la gioia della risurrezione. Amen.