Vangelo di oggi 19 agosto: "La libertà del distacco"
Il brano del Vangelo di oggi ci invita a riflettere sul nostro rapporto con i beni materiali e sul vero significato del seguire Cristo.
Il testo segue direttamente l’episodio del giovane ricco. Dopo il suo rifiuto di lasciare i beni per seguire Gesù, il Maestro pronuncia parole forti sulla difficoltà che ha un ricco ad entrare nel Regno dei cieli. I discepoli restano turbati, e Pietro, con franchezza, domanda quale sarà la ricompensa per chi ha lasciato tutto. Gesù risponde con una promessa meravigliosa: la vita eterna, e aggiunge che molti ultimi saranno primi.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».
«È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago…». Questa iperbole usata da Gesù (Mt 19,24) ha lo scopo di scuotere: le ricchezze, se amate e possedute male, possono diventare ostacoli alla salvezza. Non è la ricchezza in sé a condannare, ma il cuore attaccato ad essa. Come insegna la Scrittura: «Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore» (Mt 6,21).
Gli apostoli, turbati, si chiedono: «Chi allora può essere salvato?» La risposta di Gesù è una chiave per comprendere tutto il Vangelo: «A Dio tutto è possibile». La salvezza è dono, non conquista umana. L’uomo può cooperare, ma è la grazia di Dio che rende possibile il distacco e la sequela.
Pietro allora ricorda il proprio sacrificio: «Abbiamo lasciato tutto». Gesù non lo rimprovera, anzi, annuncia che chi lascia tutto per Lui «riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna». È il linguaggio della sovrabbondanza, tipico del Vangelo. Lasciare non è perdere, ma preparare il cuore ad accogliere di più.
Il versetto finale rovescia ogni logica mondana: «Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi» (v. 30). È un richiamo all’umiltà e alla fiducia: nel Regno di Dio valgono le intenzioni del cuore, non le apparenze.
Signore Gesù, Tu che hai scelto la povertà per arricchirci con il Tuo amore, insegnami a non attaccarmi alle cose che passano. Rendimi libero per seguirti con cuore indiviso. Donami il coraggio di lasciare ciò che è superfluo e la fiducia che Tu non togli nulla, ma doni tutto. Fa’ che la mia speranza sia ancorata al Tuo Regno e che io possa gustare già qui la gioia di servirti. Amen.