Vangelo di oggi 24 agosto: "Non basta conosce: bisogna seguire"
l brano del Vangelo di oggi ci pone davanti a una domanda eterna: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”
È la domanda di chi, con timore, guarda alla propria sorte eterna. Gesù però non risponde con un numero, ma indica la via: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta». Non basta aver conosciuto Cristo superficialmente, occorre convertirsi e vivere secondo la sua volontà. Questo brano, austero e luminoso al tempo stesso, ci invita ad una fede autentica, perseverante e operosa. In un mondo che spesso cerca le scorciatoie, Gesù ci invita ad attraversare la porta stretta della verità, dell’amore e della giustizia.
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».
Gesù sta camminando verso Gerusalemme, luogo del Suo sacrificio. In questo contesto, un tale gli pone una domanda che rivela un interesse profondo: «Sono pochi quelli che si salvano?» (Lc 13,23). Cristo non entra in una discussione teorica, ma rivolge a tutti un’esortazione personale e concreta: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta» (v. 24).
Il verbo greco usato per “sforzatevi” è agonízesthe, che richiama il combattimento atletico: la salvezza non è automatica, ma frutto di una lotta spirituale che dura tutta la vita. Come insegnano le Scritture, «con timore e tremore operate la vostra salvezza» (Fil 2,12). È la cooperazione tra grazia divina e libertà umana.
La “porta stretta” rappresenta Cristo stesso (cf. Gv 10,9), ma anche il cammino della croce, dell’umiltà e della verità. Molti cercheranno di entrare ma non ci riusciranno, non perché Dio non voglia salvarli, ma perché si sono rifiutati di convertirsi: «Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!» (v. 27).
Non basta avere familiarità esterna con Gesù — aver mangiato con Lui, ascoltato la sua Parola — se non si è vissuta una vera comunione con il suo cuore. Come ricorda la tradizione, “non tutti quelli che dicono: Signore, Signore, entreranno nel Regno dei cieli, ma solo chi fa la volontà del Padre” (cf. Mt 7,21).
La scena finale è di grande speranza e sorpresa: «Verranno da oriente e da occidente… e siederanno a mensa nel regno di Dio» (v. 29). La salvezza è universale, aperta a tutti, ma richiede una risposta sincera. Gli ultimi, cioè i poveri, gli umili, gli esclusi, saranno i primi — se hanno creduto.
Signore Gesù, Tu che sei la porta che conduce alla vita, donami il coraggio di seguirti nel quotidiano, di scegliere la verità anche quando costa, di non accontentarmi delle apparenze. Purifica il mio cuore, rendilo vigilante e perseverante, perché un giorno io possa entrare nella gioia del Tuo Regno. Amen.