Vangelo di oggi 25 agosto: "Liberatevi dall'ipocrisia"
Nel brano del Vangelo di oggi Gesù pronuncia una serie di “guai” contro scribi e farisei, denunciandone l’ipocrisia e la falsità?”
Essi, pur avendo ricevuto il compito di guidare il popolo, chiudono l’accesso al Regno dei Cieli, imponendo pesi inutili e dando più valore a regole umane che alla sostanza della Legge di Dio. Cristo non condanna per odio, ma per amore della verità e per salvare chi ascolta dalle catene della menzogna. Le sue parole forti ci invitano ad un esame di coscienza: anche noi possiamo cadere nella tentazione di un’apparenza religiosa che non corrisponde a un cuore convertito.
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso».
Gesù si rivolge agli scribi e ai farisei, responsabili religiosi del popolo, smascherando un comportamento che ostacola la salvezza: «Chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono» (v. 13).
Questo è il peccato dell’ipocrisia: apparire giusti, ma essere lontani da Dio. L’ipocrisia è particolarmente grave quando viene da chi ha un ruolo di guida spirituale, perché non solo si perde la propria anima, ma si scandalizzano e si allontanano anche gli altri.
Gesù denuncia poi il loro zelo distorto: «Percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi» (v. 15). Qui non si tratta di vero annuncio del Regno, ma di un proselitismo che trasmette legalismi e pesi insopportabili, non la libertà dei figli di Dio (cf. Gal 5,1).
Il Maestro smaschera anche la loro casistica cavillosa sui giuramenti: dare più importanza all’oro del tempio che al tempio stesso, o all’offerta piuttosto che all’altare. È la logica di chi guarda alla materialità ed al guadagno, trascurando la presenza di Dio. In realtà, tutto ciò che è santo riceve la sua santità da Dio stesso, e ogni giuramento lo coinvolge (cf. Gc 5,12).
Gesù chiama questi leader religiosi «guide cieche»: hanno occhi fisici, ma non vedono la verità. È un monito anche per noi: possiamo conoscere la Scrittura e frequentare la Chiesa, eppure restare spiritualmente ciechi se il cuore non si lascia trasformare.
Signore Gesù, liberami da ogni ipocrisia e falsa apparenza. Donami un cuore sincero, che Ti cerchi con verità e Ti serva con umiltà. Fa’ che la mia vita sia testimonianza limpida che apre agli altri la porta del Tuo Regno. Illumina i miei occhi perché non resti cieco davanti alla Tua presenza e alla Tua parola. Amen.