Il brano del Vangelo di oggi ci pone davanti a parole forti e dirette che Gesù pronuncia contro l’ipocrisia religiosa.
Non si tratta di un semplice rimprovero, ma di un appello urgente alla conversione del cuore. Egli smaschera il pericolo di ridurre la fede a un insieme di formalismi esteriori, dimenticando ciò che conta davvero agli occhi di Dio: giustizia, misericordia e fedeltà (cfr. Mi 6,8). Con immagini incisive — il moscerino e il cammello, il bicchiere pulito fuori ma sporco dentro — Gesù ci ricorda che la vera purezza parte dall’intimo dell’uomo e che solo un cuore rinnovato può dare senso alle opere esteriori.
Dal Vangelo secondo Matteo 23,23-26
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!».

La riflessione sul Vangelo di oggi
Il Signore non condanna la pratica delle offerte e delle decime, anzi, dice chiaramente: “Queste erano le cose da fare, senza tralasciare quelle”. Tuttavia, denuncia la sproporzione tra l’attenzione minuziosa per dettagli secondari e la trascuratezza verso ciò che è essenziale nella Legge divina. Giustizia, misericordia e fedeltà sono il cuore dell’Alleanza: esse manifestano l’amore di Dio e si traducono in relazioni rette con il prossimo.
La Scrittura ci ricorda che “l’uomo guarda l’apparenza, ma il Signore guarda il cuore” (1Sam 16,7). Non basta presentarsi come giusti: se dentro di noi c’è egoismo, avidità e durezza di cuore, le nostre opere non sono gradite a Dio. Gesù utilizza l’immagine del bicchiere per indicare che la santità inizia dall’interno: la purificazione interiore, frutto della grazia e della conversione, illumina e dà valore anche alle azioni esteriori.
La tradizione della Chiesa insegna che ogni atto di culto deve nascere da un cuore sincero, unito alla volontà di compiere il bene. La pratica esteriore, senza la disposizione interiore, diventa sterile. Come scrive anche san Giacomo: “Siate di quelli che mettono in pratica la Parola e non soltanto ascoltatori” (Gc 1,22). La coerenza tra ciò che professiamo e ciò che viviamo è il segno distintivo del discepolo di Cristo.
Spunti di riflessione personale
- Nelle mie scelte quotidiane, sono più preoccupato di apparire giusto agli occhi degli altri o di esserlo realmente davanti a Dio?
- Quali “moscerini” filtro nella mia vita spirituale e quali “cammelli” rischio di ingoiare senza accorgermene?
Preghiera di oggi
Signore Gesù, Tu che scruti i cuori e conosci ogni pensiero, purifica il mio cuore da ogni ipocrisia. Donami la grazia di vivere nella verità, unendo sempre parole ed opere, fede ed amore. Fa’ che la mia giustizia nasca dall’umiltà e dalla misericordia, perché il mio cuore, rinnovato dalla Tua luce, possa risplendere anche all’esterno. Amen.