Preghiere

Vangelo di oggi 27 Settembre: “Il coraggio di ascoltare parole difficili”

Il brano del Vangelo di oggi ci ricorda che la logica di Dio non coincide con quella del mondo: la vera gloria passa attraverso la croce.

Dopo i miracoli e le opere potenti di Gesù, la folla è colma di stupore. È in questo contesto di entusiasmo che Egli pronuncia parole sorprendenti e difficili da accogliere: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini» (Lc 9,44). Mentre tutti vedono gloria e successo, Gesù annuncia la via della sofferenza e del dono totale. I discepoli non comprendono, anzi hanno paura di domandare spiegazioni.

Dal Vangelo secondo Luca 9,43-45

In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

Commento al vangelo del 27 settembre

La riflessione sul Vangelo di oggi

Il brano inizia con una scena di entusiasmo collettivo: «Tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva» (Lc 9,43). La gente resta affascinata dalla potenza e dalla bontà di Gesù, segni visibili della vicinanza di Dio. Ma proprio in questo momento, quando la tentazione del trionfalismo potrebbe farsi strada, Gesù sposta lo sguardo dei discepoli verso una realtà opposta e scandalosa: la consegna del Figlio dell’uomo nelle mani degli uomini.

Questa espressione racchiude il mistero della Passione: Gesù, Figlio dell’uomo, colui che secondo Daniele è destinato a ricevere dominio e gloria eterna (cfr. Dn 7,14), sarà invece tradito, rifiutato e ucciso. È la grande inversione dei criteri umani: l’Onnipotente sceglie la via dell’umiliazione, il Signore si consegna liberamente al potere degli uomini.

I discepoli non comprendono. Il testo sottolinea che «queste parole restavano per loro misteriose» (Lc 9,45). È un limite che non riguarda solo loro, ma ogni credente: accettare un Messia crocifisso non è naturale, richiede una conversione del cuore e della mente. Come afferma Paolo, «noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani» (1Cor 1,23).

Inoltre, i discepoli hanno paura di chiedere spiegazioni. Forse temono la risposta, forse non vogliono rinunciare all’immagine di un Messia glorioso che si adatta meglio alle loro aspettative. Quante volte anche noi preferiamo non interrogarci sulle esigenze radicali del Vangelo, per non essere messi in discussione!

Il testo ci invita dunque a non fermarci all’ammirazione superficiale per i miracoli di Gesù, ma a entrare nella profondità del Suo mistero pasquale. La gloria non si manifesta nel successo terreno, ma nell’amore che si dona fino alla fine. Solo accogliendo la logica della croce possiamo davvero comprendere chi è Gesù e chi siamo chiamati ad essere come suoi discepoli.

Spunti di riflessione personale

  1. Quando ammiro Gesù, mi fermo ai suoi miracoli o entro nel mistero della croce che salva?
  2. Ho il coraggio di fare domande a Dio, anche su ciò che non capisco, o preferisco restare nel silenzio per paura delle sue risposte?

Preghiera di oggi

Signore Gesù, Tu che hai accettato di essere consegnato nelle mani degli uomini, insegnami a non cercare solo la Tua gloria, ma a riconoscerti nel mistero della croce. Apri la mia mente ed il mio cuore perché io non abbia paura delle Tue parole difficili, ma le accolga con fede. Donami di seguirti con fiducia, anche quando non comprendo, sapendo che il Tuo amore porta sempre alla vita. Amen.

Published by
Cristiano Sabatini