Vangelo di oggi 31 ottobre: "l’amore è sopra ogni legge
Il brano del Vangelo di oggi mostra che il bene dell’uomo è sempre al centro del volere di Dio, anche sopra ogni norma formale.
Gesù è invitato a pranzo da un capo dei farisei, ma i presenti lo osservano con sospetto, pronti a coglierlo in fallo. Di fronte a un uomo malato di idropisìa, Gesù compie un gesto di compassione e di libertà, guarendolo anche se è sabato. Con questa azione, il Signore rivela il vero senso della Legge: non una gabbia che imprigiona, ma una via che conduce all’amore.
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.
Il Vangelo inizia con un dettaglio significativo: “Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei… ed essi stavano a osservarlo”. È l’immagine di un cuore religioso chiuso, che scruta non per comprendere, ma per giudicare. Tuttavia, proprio in questo ambiente diffidente, Gesù manifesta la potenza liberante della misericordia.
Davanti a lui c’è un uomo afflitto da idropisìa, malattia che provoca gonfiore e dolore: una condizione che simboleggia anche l’uomo spiritualmente “gonfio”, appesantito dall’egoismo e dal peccato. Gesù, con una domanda diretta — “È lecito o no guarire di sabato?” — smaschera la rigidità di coloro che antepongono la norma alla compassione. Il silenzio dei farisei è eloquente: preferiscono tacere piuttosto che aprirsi alla verità.
Gesù non si lascia frenare: “Lo prese per mano, lo guarì e lo congedò”. Il gesto è semplice e potente. Egli non argomenta prima di agire; compie il bene perché è bene farlo. Come dirà in un altro passo: “Il sabato è stato fatto per l’uomo, e non l’uomo per il sabato” (Mc 2,27). La Legge, infatti, trova il suo compimento nella carità (Rm 13,10).
Poi Gesù porta un esempio quotidiano: “Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?”. L’amore autentico non conosce sospensioni. Il vero riposo del sabato consiste nel fare la volontà del Padre, che è la misericordia. La guarigione dell’uomo diventa così un segno del Regno che libera e rinnova la creazione.
Questo episodio ci invita a riflettere sul rischio di una religiosità formale, dove l’osservanza esteriore sostituisce la compassione del cuore. Gesù non abolisce la Legge, ma la compie (Mt 5,17), restituendole il suo spirito: l’amore che salva. Come insegna san Paolo, “Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, non sarei nulla” (1Cor 13,1).
Signore Gesù, Maestro di libertà e di amore, donami un cuore che sappia anteporre la misericordia alla rigidità, l’ascolto alla condanna. Guarisci le mie chiusure interiori e rendimi capace di compassione verso chi soffre. Fa’ che il mio culto a Dio si esprima sempre nel servizio al fratello. Insegnami a vivere ogni giorno nel vero “sabato” del cuore, dove riposa chi ama. Amen.