Vangelo di oggi 4 dicembre: "Costruire sulla Roccia"
Il brano del Vangelo di oggi ci pone davanti alla domanda più radicale della vita cristiana: su cosa stiamo costruendo la nostra esistenza?
Gesù non invita ad un semplice ascolto delle Sue parole, ma ad una scelta concreta e quotidiana. Il rischio è un’illusione religiosa fatta di parole e non di vita. Cristo, con due immagini potentissime, descrive la differenza tra chi accoglie e vive il Vangelo e chi lo ascolta soltanto. La solidità del cuore non dipende dall’assenza di tempeste, ma dal fondamento su cui si poggia. La roccia è Cristo, l’unico che non delude e che non crolla.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Le parole di Gesù sono dirette, prive di ogni ambiguità: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli». Il problema non è pronunciare invocazioni, ma vivere un rapporto reale con Dio attraverso l’obbedienza amorosa alla sua volontà. “Fare” la volontà del Padre è il segno della vera appartenenza a Cristo, come dice anche San Giovanni: «Chi dice di rimanere in lui, deve anch’egli comportarsi come lui si è comportato» (1Gv 2,6).
Gesù afferma che il vero discepolo è colui che ascolta e mette in pratica. Questo linguaggio richiama il cuore della rivelazione biblica: «Ascolta, Israele» (Dt 6,4). L’ascolto autentico, nella mentalità biblica, non è mai passivo; è adesione, movimento, trasformazione. Non basta conoscere il bene: occorre compierlo. Il Signore lo ricorda altrove: «Sarete miei amici, se farete ciò che io vi comando» (Gv 15,14).
La parabola della casa sulla roccia e sulla sabbia è un’immagine di straordinaria concretezza. La pioggia, i fiumi, il vento non riguardano soltanto le difficoltà della vita, ma anche le prove della fede, le tentazioni, i momenti in cui il mondo sembra scuotere ciò in cui crediamo. Nessuno è esente da tempeste. Ma la differenza sta nel fondamento: chi costruisce sulla roccia rimane saldo perché la sua vita poggia sulla verità e sulla fedeltà di Dio.
La roccia è una delle più antiche immagini bibliche per indicare il Signore: «Egli è la Roccia, perfetta è l’opera sua» (Dt 32,4); «Il Signore è la mia roccia e la mia fortezza» (Sal 18,3). Gesù applica ora a sé questa immagine, rivelandosi come il fondamento stabile su cui poggiare ogni scelta. La tradizione della Chiesa ricorda che la fede senza opere è morta (Gc 2,26) e che l’edificio spirituale del cristiano si innalza solo attraverso la vita concreta, fatta di atti di carità, perseveranza, verità, perdono e fedeltà.
Al contrario, chi ascolta ma non vive il Vangelo costruisce sulla sabbia: un’apparenza religiosa che non resiste alla verità delle prove. La rovina è grande non perché Dio punisce, ma perché l’edificio era inconsistente fin dall’inizio. Il Vangelo ci invita a verificare ogni giorno il nostro fondamento: se stiamo costruendo sull’ego, sulle emozioni, sulle paure o sulla Parola di Cristo che resta per sempre (cf. Mt 24,35).
Signore Gesù, Roccia eterna della nostra vita, rendi forte il nostro cuore e docile la nostra volontà. Donaci di ascoltare la Tua Parola e di viverla con perseveranza. Rafforza ciò che in noi è fragile, rinnova ciò che è debole, e fa’ che ogni nostra scelta poggi su di Te. Amen.