Vangelo di oggi 4 novembre: "L’amore non tollera indifferenza"
Il brano del Vangelo di oggi ci mostra il dramma dell’uomo quando, distratto dalle cose del mondo, rifiuta l’invito di Dio.
La parabola della grande cena, una delle più profonde e provocanti parole di Gesù ci rivela il cuore del Padre che prepara per l’umanità un banchetto di comunione e gioia, prefigurazione del Regno dei cieli e dell’Eucaristia, anticipo della vita eterna. Il Signore chiama tutti, senza esclusione, ma si può restare fuori se, per attaccamento ai beni, agli affari o a se stessi, non si risponde con amore a questa chiamata.
In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!» Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”.
Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».
La scena si apre con una bella proclamazione: “Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!” Gesù risponde con una parabola che rovescia le aspettative: non basta desiderare il regno, occorre rispondere all’invito. Il padrone prepara una grande cena: immagine del dono gratuito di Dio, dell’alleanza e dell’Eucaristia. “Venite, è pronto”: tutto è grazia, tutto è offerto. Come insegna la Scrittura: “Gustate e vedete com’è buono il Signore” (Sal 34,9).
Eppure gli invitati si scusano. Le motivazioni sembrano legittime: il campo, i buoi, il matrimonio. Ma il problema non è l’impegno in sé, bensì l’ordine del cuore. Gesù altrove ammonisce: “Cercate prima il regno di Dio” (Mt 6,33). Le realtà create, buone in sé, diventano ostacolo quando prendono il posto di Dio. Gli invitati rappresentano coloro che, pur conoscendo la chiamata divina, la respingono perché troppo presi da interessi terreni. Come nel messaggio a Laodicea: “Non sei né freddo né caldo… sto per vomitarti dalla mia bocca” (Ap 3,16).
Allora il padrone apre la sua casa ai poveri, ciechi, storpi e zoppi: coloro che nel Vangelo sono i prediletti del cuore di Cristo. La salvezza, inizialmente destinata a Israele, si apre ai pagani e agli umili. “Molti primi saranno ultimi e molti ultimi saranno primi” (Mt 19,30). L’invito divino non può essere frustrato; il banchetto del Regno deve riempirsi. Questo richiama la certezza che Dio “vuole che tutti gli uomini siano salvati” (1Tm 2,4), ma la libertà dell’uomo rimane decisiva.
Il padrone dice: “Costringili a entrare”. Non è violenza, ma la forza dell’amore che persuade, la grazia che attrae, la missione della Chiesa che annuncia con zelo. Tuttavia, chi rifiuta volontariamente l’invito resta fuori: “Nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”. Parole severe che ricordano che la salvezza non è automatica. Cooperare con Dio è essenziale: “Dio, che ti ha creato senza di te, non ti salva senza di te”, ricorda sant’Agostino.
Signore Gesù, che hai preparato per noi il banchetto della vita eterna, rendi il mio cuore libero da ciò che lo trattiene e lo distrae da Te. Donami fame della Tua presenza, umiltà per accogliere il Tuo invito e zelo per condurre altri alla Tua mensa. Fa’ che nessun bene terreno prevalga sul dono della Tua amicizia. Amen.