Preghiere

Vangelo di oggi 6 ottobre: “Il prossimo non si trova, si diventa”

Il brano del Vangelo di oggi ci riporta il dialogo tra Gesù ed il dottore della Legge sulla ricerca della vita eterna.

La risposta che Gesù suscita non è teorica, ma pratica: l’amore verso Dio e verso il prossimo. Ma chi è il prossimo? Alla domanda, Gesù non offre una definizione astratta, ma una parabola concreta e provocatoria. Il prossimo non è chi ci è vicino per legami familiari, sociali o religiosi, ma chi sceglie di farsi vicino a chi è nel bisogno. Questa pagina è una delle più conosciute e più radicali del Vangelo, perché ci mostra il volto stesso della misericordia di Dio.

Dal Vangelo secondo Luca 10,25-37

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.

Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Commento al Vangelo del 6 ottobre

La riflessione sul Vangelo di oggi

Il dottore della Legge domanda a Gesù: «Che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». La vita eterna non è un premio da conquistare, ma un dono che si accoglie vivendo nell’amore. Gesù lo conduce a ricordare il cuore della Legge: amare Dio con tutto se stessi ed il prossimo come se stessi (Dt 6,5; Lv 19,18). L’amore non è un dovere sterile, ma la via della vita.

Alla domanda: «Chi è il mio prossimo?», Gesù risponde con la parabola del Buon Samaritano. Qui si ribalta la prospettiva. Il sacerdote ed il levita, figure religiose rispettate, vedono l’uomo ferito ma passano oltre. Non è l’indifferenza che li condanna, ma l’incapacità di lasciarsi toccare dalla sofferenza. Il Samaritano, straniero e disprezzato dai Giudei, diventa invece modello di compassione: si ferma, fascia le ferite, si prende cura. Non domanda chi sia l’uomo, né se lo meriti: si lascia muovere dal cuore.

Gesù mostra che il prossimo non è “chi ci è vicino” per appartenenza, ma “colui di cui mi faccio vicino”. Non si tratta di definire chi è degno del mio amore, ma di scegliere di amare chiunque incontro nel bisogno. È l’amore che crea prossimità. Come insegna San Giovanni: «Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede» (1Gv 4,20).

Il gesto del Samaritano richiama l’agire stesso di Cristo. È Lui che, vedendo l’umanità ferita dal peccato, si è fatto vicino, ha guarito le nostre ferite con il vino e l’olio della Sua grazia, ci ha affidati alla Chiesa e ha promesso di tornare. La parabola non è solo morale, è rivelazione del Vangelo: Dio è il vero “Samaritano” dell’uomo.

La conclusione di Gesù è semplice ma esigente: «Va’ e anche tu fa’ così». La fede autentica non è teoria, ma pratica di misericordia. Come ricorda Paolo: «La fede opera per mezzo della carità» (Gal 5,6). L’amore al prossimo diventa criterio di autenticità della nostra vita cristiana e via concreta alla vita eterna.

Spunti di riflessione personale

  1. In quali situazioni della mia vita rischio di “passare oltre” davanti a chi soffre?
  2. Riesco a vedere nel volto dell’altro il riflesso di Cristo che mi chiede compassione?

Preghiera di oggi

Signore Gesù, Buon Samaritano dell’umanità, insegnami a fermarmi davanti al fratello ferito. Liberami dall’indifferenza e dal calcolo, e donami un cuore capace di compassione vera. Fa’ che, servendo chi è nel bisogno, io possa camminare verso la vita eterna. Amen.

Published by
Cristiano Sabatini