Vangelo di oggi 7 Settembre: “Seguire senza compromessi"
Il brano del Vangelo di oggi è un annuncio che svela la serietà della sequela: la croce non è un’opzione ma via necessaria.
Il testo che ci viene presentato oggi è tra i più esigenti e radicali del Vangelo. Non si tratta di un invito alla rinuncia sterile o al disprezzo dei legami familiari, ma di un chiarimento sul primato assoluto che Cristo deve avere nella vita del discepolo. Gesù non attenua la forza delle Sue parole: seguirlo significa mettere Lui al centro, sopra ogni altro affetto e bene terreno, persino sopra la propria vita.
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».
Gesù ribadisce con chiarezza che il discepolato non può essere vissuto con superficialità. L’amore per Lui deve superare ogni altro affetto umano: «Chi ama padre o madre più di me non è degno di me» (Mt 10,37). Non significa annullare i legami familiari, ma ordinarli nella luce di Dio, ponendo Cristo come fondamento di ogni relazione.
Il Vangelo ci dice che non basta seguire Gesù entusiasticamente: occorre portare la croce. La croce non è solo sofferenza, ma la disponibilità a vivere secondo la volontà del Padre, anche quando costa rinuncia e sacrificio. San Paolo ci ricorda che «se moriamo con lui, con lui anche vivremo» (2Tm 2,11).
L’esempio della torre e della guerra sottolinea che la sequela richiede discernimento, maturità e decisione. Non si può seguire Cristo a metà, come chi getta le fondamenta senza finire l’opera. Lo stesso insegnamento viene ripreso: «Chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo». Non si tratta solo di beni materiali, ma anche dell’attaccamento al proprio egoismo e alle false sicurezze. La tradizione della Chiesa insegna che la libertà interiore nasce dal distacco, perché «il cuore dell’uomo è dove è il suo tesoro» (Mt 6,21).
L’insegnamento resta attuale: viviamo in un mondo dove è facile mettere al primo posto il successo, il benessere e le relazioni umane, dimenticando che solo Cristo è la via che conduce alla vita eterna.
Signore Gesù, donami la grazia di amarti sopra ogni cosa, di non anteporre nulla al Tuo amore e di portare la mia croce ogni giorno con fiducia. Fa’ che la mia vita sia costruita sulla Tua Parola e che ogni decisione nasca alla luce del Vangelo. Rendimi Tuo discepolo fedele e libero, capace di rinunciare a ciò che mi allontana da Te, per vivere nella gioia del tuo Regno. Amen.