Vangelo di oggi 9 novembre: "Il vero Tempio"
Il brano del Vangelo di oggi ci invita a riscoprire il sacro, la santità del culto e la chiamata personale a essere dimora viva di Dio.
Gesù entra nel cuore della fede d’Israele: il Tempio di Gerusalemme, luogo della presenza di Dio e della preghiera del popolo. Vi accede non come semplice pellegrino, ma come Figlio che difende la casa del Padre. La Sua azione decisa, la Sua santa indignazione, rivelano un amore ardente ed una missione che supera ogni attesa umana. Non si tratta semplicemente di purificare uno spazio sacro, ma di annunciare un passaggio decisivo: il vero Tempio, la piena dimora di Dio tra gli uomini, è ora il corpo di Cristo.
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Gesù sale a Gerusalemme in occasione della Pasqua, la festa della liberazione. Nel tempio, però, trova un luogo trasformato in mercato, dove il culto rischia di diventare commercio, e la relazione con Dio una transazione. La sua reazione è determinata: scaccia i mercanti e rovescia i tavoli dei cambiavalute. Questo gesto, apparentemente duro, nasce dall’amore: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà» (Sal 69,10). Gesù manifesta lo zelo del Messia, colui che ristabilisce il vero culto.
Non è solo una questione morale, ma teologica: la casa del Padre non può essere ridotta a un luogo di profitto. Gesù restituisce al Tempio la sua dignità e denuncia la tentazione sempre presente di usare le cose sacre per fini umani. È un messaggio che ci interpella ancora oggi: ogni volta che la fede diventa strumento di interesse personale, perde la sua autenticità.
Alla richiesta di un segno, Gesù risponde con parole profetiche: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere» (Gv 2,19). Gli interlocutori pensano al Tempio di pietra, ma Cristo parla del suo corpo. Egli annuncia il mistero pasquale: morte e risurrezione. Con Lui inizia una nuova fase della storia della salvezza: «In Lui abita corporalmente tutta la pienezza della divinità» (Col 2,9). Il vero incontro con Dio passa ora attraverso Gesù e, per estensione, attraverso la Sua Chiesa, che San Paolo chiama «tempio dello Spirito Santo» (1Cor 6,19).
La memoria dei discepoli diventa centrale: solo alla risurrezione comprenderanno pienamente le sue parole. La fede cresce anche per noi così: ricordando, meditando, lasciandoci illuminare dallo Spirito nella luce della Pasqua. L’insegnamento della Chiesa ricorda che siamo chiamati a custodire la santità della liturgia, a rispettare i luoghi sacri, ed a vivere la fede come incontro, non come abitudine o interesse.
Questo Vangelo è un invito a purificare il cuore, perché anche noi siamo tempio vivo. Dove c’è rumore inutile, attaccamento, egoismo, Cristo desidera entrare, rovesciare e rinnovare, per farci luogo di preghiera e di presenza.
Signore Gesù, purifica il mio cuore da tutto ciò che lo distrae dal vero culto. Donami uno zelo ardente per la Tua presenza e fa’ che io diventi tempio vivo dello Spirito. Rendi puro il mio amore, semplice la mia fede, silenzioso il mio cuore davanti a Te. Entra nella mia vita e rendila luogo santo. Amen.