Il Dicastero per la Dottrina della Fede ha pubblicato una nota ufficiale in cui spiega il perché non si potrà più chiamare Maria “Corredentrice”.
Lo scorso 4 novembre 2025, l’ufficio dottrinale del Vaticano, in una nota ufficiale, ha chiarito che indicare la Beata Vergine Maria come “Corredentrice“, con riferimento alla sua partecipazione alla salvezza, non è il termine adatto.
Nella Mater Populi Fidelis, il Dicastero ha asserito che «l’espressione “corredentrice” non aiuta a esaltare Maria come la prima e principale collaboratrice nell’opera della redenzione e della grazia, perché comporta il rischio di eclissare il ruolo esclusivo di Gesù Cristo».
Il documento ha visto il via libera di Papa Leone XIV lo scorso ottobre. Su questo tema, da decenni, è in corso un forte dibattito. Il punto di cui si discute è se sia corretto o meno chiamare Maria “Corredentrice”, in quanto, chiamandola in questo modo, si fa pensare che abbia partecipato alla salvezza dell’umanità allo stesso livello di Nostro Signore Gesù Cristo.
La dottrina, con questo documento chiarisce che Gesù è l’unico redentore. «Questo testo mira anche ad approfondire i fondamenti propri della devozione mariana, specificando il posto di Maria nella sua relazione con i credenti alla luce del mistero di Cristo come unico mediatore e redentore. Ciò implica una profonda fedeltà all’identità cattolica, ma richiede anche un particolare sforzo ecumenico», ha spiegato il cardinal Fernandez, prefetto DDF.
Qual è il contenuto del documento in questione
«Il motivo di fondo che attraversa queste pagine è la maternità di Maria nei confronti dei credenti, questione che ritorna spesso, con affermazioni che vengono riprese molte volte, arricchendole e completandole, come in una spirale, con delle nuove considerazioni», spiega ancora il cardinale.

Nel documento si legge:«Considerata la necessità di spiegare il ruolo subordinato di Maria a Cristo nell’opera della Redenzione, è sempre inappropriato usare il titolo di Corredentrice per definire la cooperazione di Maria. Questo titolo rischia di oscurare l’unica mediazione salvifica di Cristo e, pertanto, può generare confusione e squilibrio nell’armonia delle verità della fede cristiana, perché «in nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati» (At 4,12).
Dal testo si apprende dunque che il ruolo di Maria è quello di Madre di Dio e dei credenti. Ella è materna e intercede per noi suoi figli, incoraggiandoci a seguire ciò che dice Nostro Signore. In sostanza, Maria coopera alla salvezza ma in maniera subordinata a Gesù. La Madonna, infatti, può intercedere per noi ma non donarci la grazia santificante, che arriva sempre e solo tramite Cristo.