Verso la maturità
Ti consideri un cristiano maturo? O sei ancora tra quelli che aspettano sempre che altri li guidino, li nutrano, li sorreggano nella fede?
Dio ci lancia una sfida: crescere davvero, diventare adulti nella fede, capaci di discernere e di testimoniare. «Infatti, mentre a quest’ora dovreste già essere maestri, avete di nuovo bisogno che vi si insegnino i primi elementi degli oracoli di Dio; siete giunti al punto che avete bisogno di latte, e non di cibo solido» (Eb 5,12).
Queste parole della Lettera agli Ebrei ci colpiscono con forza e ci pongono una domanda diretta: a che punto siamo nel nostro cammino di fede? Stiamo ancora sorseggiando “latte spirituale” o siamo pronti ad accogliere il “cibo solido” della Parola di Dio, che nutre i forti, i maturi, i discepoli adulti nella fede?
La vita cristiana non è uno stato statico, ma un cammino di crescita. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma che «la vita morale è la risposta alla libera iniziativa dell’amore di Dio», e in questa risposta il cristiano è chiamato a maturare. Rimanere in uno stato di fede infantile, incapace di discernere e assumere responsabilità, significa restare ancorati a un cristianesimo superficiale, che rischia di svanire alla prima prova.
Gesù stesso, nei Vangeli, non chiama i suoi discepoli a una fede passiva, ma li forma, li corregge, li invia. Essere cristiani maturi significa essere capaci di riconoscere il peccato, di resistere alla tentazione, di amare anche quando costa, di servire senza aspettarsi nulla in cambio. Significa, in definitiva, prendere la propria croce ogni giorno (Lc 9,23) e seguire il Signore con fedeltà e coerenza.
La maturità spirituale si manifesta anche nella capacità di accettare una correzione fraterna. Viviamo in una cultura che spesso rifiuta il rimprovero, lo considera un attacco alla propria libertà o dignità. Eppure, la Scrittura insegna: «Il Signore corregge colui che egli ama» (Pr 3,12). L’umiltà di cuore è la condizione per crescere. Solo chi sa riconoscere i propri limiti e lasciarsi guidare, potrà avanzare nella santità.
San Benedetto, nella sua Regola, dedica ampio spazio alla correzione fraterna come strumento di edificazione della comunità. Non si cresce da soli. Anche la Chiesa, madre e maestra, ha il compito di educare, richiamare, formare le coscienze.
È lo Spirito Santo il grande educatore interiore. Senza di Lui, ogni sforzo umano sarebbe vano. Lo Spirito illumina, guida, consola, fortifica. È Lui che ci fa comprendere la Parola di Dio non solo come testo, ma come vita, come pane quotidiano per il nostro spirito.
Il Catechismo insegna che «lo Spirito Santo è il Maestro interiore della preghiera cristiana», ma è anche il maestro della crescita spirituale. È attraverso la sua azione che possiamo passare da una fede teorica a una fede vissuta, concreta, che plasma il nostro carattere e trasforma la nostra mentalità.
Un cristiano maturo si riconosce da alcuni tratti chiari:
Discernimento: sa distinguere ciò che viene da Dio da ciò che è inganno, secondo le parole di Ebrei 5,14.
Perseveranza: non si lascia scoraggiare dalle difficoltà, ma continua a confidare nel Signore.
Responsabilità: si rende disponibile a servire nella Chiesa, a testimoniare, a formare altri nella fede.
Vita sacramentale costante: si nutre regolarmente dell’Eucaristia, si confessa con frequenza, coltiva la preghiera personale e comunitaria.
Amore autentico: sa donarsi senza cercare il proprio interesse, ama con cuore libero e paziente.
San Paolo scrive a Timoteo: «Ciò che hai udito da me […] affidalo a uomini fedeli, capaci di insegnarlo anche ad altri» (2Tm 2,2). È questo il dinamismo della Chiesa: i discepoli diventano testimoni, i formati diventano formatori. Il credente maturo non è colui che si isola nel proprio cammino interiore, ma che mette i suoi doni a servizio del corpo ecclesiale.
Oggi più che mai, il mondo ha bisogno di cristiani adulti nella fede, capaci di dare ragione della speranza che è in loro (1Pt 3,15), pronti a essere luce e sale in una società che spesso smarrisce il senso del bene.
La maturità spirituale non si raggiunge in un giorno. È un processo, un combattimento, un cammino fatto di cadute e rialzate, di silenzi e illuminazioni. Ma è anche un dono che Dio ci concede, se rimaniamo docili alla sua volontà.
Chiediamo ogni giorno al Signore, con fiducia e umiltà: “Fa’ che io cresca nella fede, nella carità, nella conoscenza del Tuo cuore. Rendimi un cristiano maturo, capace di portare frutto per il Tuo Regno.” Solo allora, da nutriti potremo diventare nutrimento per altri.