Sono davvero tante le lettere che ogni giorno giungono in Vaticano all’indirizzo di papa Leone XIV: 100 chili è il peso che raggiunge una corrispondenza davvero corposa.
È stato calcolato il peso complessivo della corrispondenza che quotidianamente giunge in Vaticano indirizzata al Santo Padre Leone XIV: si tratta di circa 100 chili tra lettere, biglietti, cartoline. Poste Italiane ha stimato questo ingente quantitativo considerando la mole di lavoro che gli impiegati ogni giorno hanno per smistare e far arrivare a destinazione le missive che arrivano da tutte le parti del mondo.
Il papa è il capo della Chiesa universale, Vicario di Cristo in terra e quindi guida spirituale per tutti i cattolici, che seppur secondo le stime sono calati in numero nel corso degli ultimi anni sono rappresentano sempre la religione più professata al mondo. Ma a scrivere a papa Leone non sono esclusivamente i cattolici. Tutti ovviamente possono farlo, anche simpatizzanti di altre religioni o addirittura atei, che però sono affascinati dalla figura del pontefice. Forse e soprattutto chi avverte che lui e il cristianesimo è in grado di fornire le vere e più profonde risposte al senso dell’esistenza che tutti indistintamente cercano.
La posta di papa Leone: 100 chili di lettere ogni giorno
Risulta certamente impressionante considerare che così tanta gente scrive al pontefice della Chiesa cattolica. Gli addetti allo smistamento della posta riferiscono che spesso l’indirizzo è scritto male o è impreciso, ma si comprende ugualmente che la lettera è indirizzata al papa e arriva fino alla Santa Sede, anche se ovviamente è materialmente imposibile che il papa possa leggere tutto ciò che gli viene scritto.
Ma cosa si scrive al papa? Di tutto: molte sono le lettere dei bambini e sono quelle corredate da disegni, stickers e immagini colorate. Ciascuno vuole esprimere la sua simpatia e il suo affetto verso questa figura così importante che già in soli due mesi dall’inizio del suo pontificato è riuscito ad entrare così profondamente nel cuore della maggior parte dei credenti, e non solo.

Ci sono lettere di persone malate, di detenuti nelle carceri, di anziani soli, di persone che esprimono un problema, più o meno grave. Richieste di preghiera, semplici sfoghi con il desiderio che il papa possa davvero leggere ciò che gli si scrive aprendo il proprio universo interiore e magari rispondere. Il bisogno di un contatto il più possibile prossimo e diretto è ciò che muove le persone a scrivere. È un modo per avvicinarsi, sembrerebbe un po’ come “toccare il mantello” di Gesù tanta è la necessità di esprimere amore e riceverlo.
Un valore simbolico enorme
L’iter tecnico che ciascuna lettera svolge è questo: c’è una prima tappa al Centro di smistamento di Fiumicino, in cui il flusso di posta giornaliero destinato alla Santa Sede viene sottoposto ai controlli di sicurezza. Dopo esser stato lavorato tramite un macchinario per la registrazione e la pesatura che avviene con un sistema informatizzato successivamente quella chiamata la “posta del Papa” arriva al Centro di distribuzione della zona più vicina al Vaticano e infine viene recapitata.
Che siano indirizzate a “Papa Leone XIV, Vaticano”, oppure in modo più dettagliato e preciso a “Palazzo Apostolico, 00120 Città del Vaticano” le lettere e i biglietti vengono recapitati. Il valore simbolico che il gesto di scrivere al papa racchiude in sè è enorme: rivolgersi al papa è un rimando a Cristo, e questo avviene consapevolmente o no, ma inevitabilmente è un elemento alla base dello scrivere e non lascia indifferenti.
Dietro ogni missiva c’è una voce che cerca ascolto: è il cuore umano che parla al Padre. La gran parte di queste lettere ovviamente non riceveranno mai una risposta, ma il valore di averle inviate resta ed è profondamente spirituale. A volte è simile al valore di una preghiera, in base ai sentimenti del cuore con cui si è scritto e spedito la missiva. E niente rimane inascoltato dal Signore.