Lunedì Papa Francesco ha accolto al Policlinico Gemelli il cardinale Pietro Parolin, autorizzando il riconoscimento della santità di Bartolo Longo.
Il 25 febbraio 2025 segnerà una data storica per la Chiesa cattolica e per la comunità di Pompei, con la canonizzazione di Bartolo Longo da parte di Papa Francesco. Questo riconoscimento non solo celebra la vita di un uomo che ha dedicato la sua esistenza alla fede, all’amore per la Beata Vergine Maria e alla diffusione del Santo Rosario, ma offre anche un’opportunità di riflessione sull’impatto della sua opera nel contesto sociale e storico in cui è vissuto.
L’impegno sociale di Bartolo Longo e la devozione mariana
Bartolo Longo, nato a Latiano nel 1841, è stato un avvocato che ha vissuto un profondo allontanamento dalla fede prima di subire una trasformazione spirituale nel 1872. In un momento di crisi, sentì una voce che lo esortava a propagare il Rosario, dando avvio a un cammino di conversione che lo portò a fondare il Santuario della Madonna di Pompei. Questo luogo di culto è oggi un punto di riferimento per milioni di pellegrini provenienti da tutto il mondo.
La Napoli del XIX secolo, in cui Longo operava, era caratterizzata da povertà, disoccupazione e problemi sociali. In questo contesto, egli si distinse per il suo impegno verso la comunità. Tra le sue opere più significative vi sono:
- La costruzione del Santuario della Madonna di Pompei, inaugurato nel 1891.
- L’avvio di opere di carità, come un ospizio per i figli dei carcerati.
- La creazione di una rete di sostegno che ha unito la dimensione spirituale con quella materiale della vita quotidiana.
La vita di Longo è stata segnata da una tensione continua tra il sacro e il profano, tra la fede e l’impegno sociale. Ha compreso che la vera religiosità deve includere la giustizia sociale, anticipando le attuali discussioni sulla responsabilità sociale dei cristiani.
La canonizzazione di Longo non celebra solo la sua vita, ma invita anche a riflettere sul significato del Santo Rosario nella vita dei credenti. Longo sosteneva che questa preghiera è una potente arma di salvezza e di intercessione. La sua opera di propagazione della devozione mariana ha avuto un impatto profondo sulla spiritualità del popolo italiano, radicando la figura della Madonna nella cultura popolare.
Oggi, il Santuario di Pompei non è solo un luogo di preghiera, ma anche un centro di attività culturali e sociali. Le opere assistenziali avviate da Longo continuano a rispondere alle esigenze di una società in evoluzione, dimostrando che la sua visione di integrazione tra fede e vita sociale è più attuale che mai.

Un modello di speranza e rinnovamento
La figura di Bartolo Longo rappresenta un simbolo di speranza e rinnovamento. La sua vita ci ricorda che l’amore per Dio deve tradursi in amore per il prossimo. La canonizzazione non è solo un riconoscimento della sua santità, ma un invito a tutti i fedeli a vivere la propria fede come un impegno pubblico e sociale.
In un mondo che spesso sembra smarrirsi, l’esempio di Longo ci invita a riscoprire il valore della comunità, della carità e della preghiera. La sua storia è un invito a costruire un futuro migliore, dove la spiritualità e l’impegno sociale possano coesistere in armonia. La canonizzazione di Bartolo Longo rappresenta un nuovo inizio per la comunità di Pompei e per tutti coloro che sono chiamati a vivere la propria vita come un cammino di fede e servizio.