La vocazione religiosa di una ragazza che da ingegnere รจ diventata monaca di clausura: una scelta che suona controcorrente nel mondo contemporaneo.
Il frenetico mondo di oggi fa fatica a comprendere scelte come la consacrazione religiosa, soprattutto quella claustrale. Lasciare le comuni attivitร quotidiane della cosiddetta vita attiva per dedicarsi in modo preponderante a quella contemplativa suona strano ai piรน, ma bisogna conoscere chi ha fatto scelte di questo tipo per comprendere cosa c’รจ dietro.
Una chiamata alla vita religiosa รจ qualcosa di profondo che attiene al mistero della vita di ciascuno. Dal di fuori non si puรฒ comprenderla in pienezza, ma certamente รจ possibile afferrare i sentimenti e l’atteggiamento interiore di chi la vive, proprio dai suoi racconti. ร il caso di suor Marzia Francesca Comito, che da ingegnere edile ha scelto di lasciare tutto ed entrare nel monastero delle clarisse di Milano.
La storia di suor Marzia Francesca: da ingegnere a monaca clarissa
Suor Marzia Francesca adesso ha 36 anni e lo scorso 4 ottobre, festa di san Francesco dโAssisi, ha emesso i voti temporanei di povertร , castitร e obbedienza presso il Monastero di Santa Chiara. Lรฌ รจ approdata 4 anni fa grazie a un pellegrinaggio da Fabriano a LโAquila. Con un gruppo di giovani ha incontrato quelle che ora sono le sue consorelle. Ascoltando le loro testimonianze, รจ rimasta colpita e affascinata dal modo in cui si relazionavano e da come rispondevano alle domande.
Ha sentito che quella modalitร di vivere compresi i sentimenti e le emozioni erano ciรฒ che riempiva i suoi bisogni interiori. Cosรฌ l’idea della consacrazione รจ emersa in tutta la sua forza, ma non รจ stata qualcosa di improvviso. Il suo percorso di ricerca vocazionale era iniziato a 20 anni e pensava a tutt’altro per la sua vita.

Immaginava di sposarsi, formare una famiglia con tanti figli, e nel frattempo si รจ laureata in ingegneria edile. Nella sua vita c’era anche il volontariato presso l’oratorio della parrocchia e il servizio ambulanza con il 118, scvolgeva anche il servizio di animazione con i giovani al Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere).
La chiamata alla vita contemplativa
Tutto questo perรฒ non le bastava. Le tante attivitร che riempivano le sue giornate non le davano quella pienezza che invece trovava nei momenti di preghiera. “Gesรน mi voleva piรน vicina e ho iniziato a scappare: ricordo con tenerezza le tante fughe dalla sua voce, non mi ci vedevo suora… Facevo tante cose, perรฒ tutto assumeva un senso quando mi fermavo in preghiera“, racconta.
Dopo la conoscenza con le clarisse ha compreso che il Signore la chiamava ad una consacrazione e attraverso questa specifica spiritualitร . ” Il Signore mi ha condotto a Lui attraverso questa forma di vita che mi spinge a comprendere di piรน il Vangelo per incarnarlo maggiormente, dargli la possibilitร di diventare corpo in me oggi: un cammino di conformazione che santa Chiara invita a compiere โspecchiandociโ in Lui“, spiega.
La sua giornata adesso scorre tra preghiera e meditazione, studio, lavoro, condivisione fraterna. La vita contemplativa non รจ una fuga dal mondo, come tanti pensano, ma al contrario รจ una modalitร per starci dentro in profonditร . “Viviamo in maniera piรน ritirata per custodire e nutrire una relazione che รจ il centro della nostra vita. Siamo qui per le persone, che ascoltiamo concretamente” dichiara.
La relazione con gli altri c’รจ attraverso l’ascolto dei bisogni e delle necessitร per cui le suore si mettono in preghiera. Vite che a tanti appaiono inutili e sprecate sono in realtร spese al servizio, per amore. Lo dice chiaramente suor Marzia Francesce e spiega, a chi non lo sa, che “Lโamore non produce nulla, cosรฌ il tempo che dedichiamo alla cura e allโascolto. Esistiamo davanti allo sguardo del Signore, lโunica vera ricchezza“. Non la produttivitร materiale e pratica, ma ciรฒ che รจ invisibile agli occhi e che esiste ed รจ il fondamento di tutto รจ la zona d’azione delle claustrali.