L’eccidio delle Foibe fu una vera e propria pulizia etnica durata due tragici anni. Una memoria troppo spesso passata in sordina e rivalutata solo negli ultimi anni.
Gli eventi drammatici che si verificarono nella Venezia Giulia, in Istria e in Dalmazia tra maggio e giugno del 1945 segnarono profondamente la storia del nostro Paese. Migliaia di italiani furono vittime delle milizie del maresciallo Josip Broz Tito, in un contesto di violenze giustificate da una propaganda jugoslava che le presentava come vendetta contro il nazifascismo. Tuttavia, questa narrazione non rispecchiava la realtà dei fatti.
Le foibe, profonde cavità carsiche, divennero i luoghi di esecuzione e di sepoltura per migliaia di italiani, alcuni dei quali furono gettati ancora vivi in queste voragini. Queste atrocità colpirono non solo collaborazionisti e repubblichini, ma anche partigiani e comunisti, in un contesto di vendetta e ritorsione. Si stima che siano state circa cinquemila le vittime, senza contare le molte altre che non furono mai recuperate a causa dell’asperità del terreno. Questi eventi segnarono anche l’inizio di un esodo forzato che coinvolse oltre 300.000 italiani, costretti a lasciare le terre natali e in cui avevano vissuto per generazioni.
Il Giorno del Ricordo
Il 30 marzo 2004, il Parlamento italiano approvò quasi all’unanimità la legge 92, istituzionalizzando il Giorno del Ricordo per commemorare le vittime delle foibe. La data scelta, il 10 febbraio, coincide con l’anniversario del Trattato di pace del 1947, che definì i confini tra Italia e Jugoslavia. Questa celebrazione rappresenta un tentativo di fare luce su una pagina buia della nostra storia, troppo a lungo dimenticata o minimizzata.
Riconciliazione e memoria
Nel 2020, un gesto significativo di riconciliazione e memoria ha visto protagonisti il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella e il suo omologo sloveno Borut Pahor, che hanno deposto corone d’alloro presso la foiba di Basovizza, simbolo del martirio degli italiani. Questo evento ha sottolineato l’importanza della cooperazione tra Italia e Slovenia, un legame che, nonostante le ferite del passato, può guardare al futuro con spirito di collaborazione e rispetto reciproco. Durante la cerimonia di inaugurazione di Nova Gorica e Gorizia come Capitale Europea della Cultura 2025, Mattarella ha rimarcato che «nulla può far tornare indietro la storia che Slovenia e Italia hanno costruito e costruiscono insieme».
La complessità della memoria
Tuttavia, il tema delle foibe è rimasto complesso e controverso. La memoria delle vittime è stata spesso oggetto di strumentalizzazione ideologica. Per molti anni, le foibe furono sepolte sotto un silenzio imbarazzante, per poi essere riscoperte e, in alcuni casi, utilizzate per meri fini politici. Alcuni hanno cercato di minimizzare o giustificare le violenze del regime di Tito, mentre altri hanno tentato di equiparare le sofferenze delle vittime delle foibe con quelle della Shoah, un confronto che spesso non tiene conto delle differenze storiche e contestuali tra le due tragedie.
Le vittime delle foibe non erano tutte di un’unica ideologia; ciò che le univa era il fatto di essere italiane, di trovarsi dalla parte sbagliata del confine in un momento di grande tumulto. Questa realtà rende la storia delle foibe una tragedia nazionale, un capitolo doloroso che deve essere trattato con rigore e rispetto. Riconoscere e preservare la memoria delle vittime non è solo un atto di giustizia, ma anche un atto di responsabilità collettiva.

Lo scempio di Basovizza
Nonostante gli sforzi per onorare la memoria delle vittime, ci sono stati episodi di vandalismo, come quello avvenuto recentemente alla foiba di Basovizza, dove sono apparse scritte sacrileghe. Questi atti non solo feriscono la memoria di chi ha sofferto, ma minacciano anche il processo di riconciliazione e comprensione tra le nazioni coinvolte.
La storia delle foibe è una ferita aperta, un argomento che continua a suscitare emozioni forti e divisioni. È fondamentale approcciare questa tematica con la dignità che merita, riconoscendo le sofferenze e le ingiustizie subite da migliaia di persone innocenti. La memoria storica non deve essere strumentalizzata per fini politici né ridotta a una mera contrapposizione ideologica. È un patrimonio da custodire e tramandare, affinché le generazioni future possano comprendere l’importanza di una memoria condivisa, libera da pregiudizi e manipolazioni. Solo così si potrà realmente onorare la memoria delle vittime delle foibe e costruire un futuro di pace e comprensione tra i popoli.