Esempio di massima reificazione della persona, la produzione di gioielli con dentro embrioni umani rischia di diventare di moda.
A molte, moltissime persone, fa ribrezzo e sconcerta enormemente, ma c’è chi la considera una pratica lecita e giusta: si tratta di qualcosa che ha dell’inimmaginabile. Esempio sommo di come la persona umana possa essere reificata, considerata alla stregua di un oggetto, esiste la pratica di produrre gioielli al cui interno vengono inseriti embrioni umani.
Sono gli embrioni prodotti con le tecniche di fecondazione in vitro. Gli embrioni “prodotti” in laboratorio vengono congelati e conservati nell’azoto liquido. Possono rimanere in questa condizione anche anni o decenni, essere eliminati o impiantati in utero. Trattati come oggetti fin dal principio, adesso vengono anche usati come materiale da mettere all’interno di gioielli.
I gioielli con dentro gli embrioni umani: quando l’uomo vuole sostituirsi a Dio
Ammantata di sentimentalismo della peggior specie, la possibilità di trasformare gli embrioni crioconservati in gioielli rappresenta una scelta per donne che vogliono “ricordare” quelli che considerano prodotti della loro volontà creatrice. L’azienda produttrice di questi gioielli, dentro cui si incastonano in modo più o meno visibile i piccoli embrioni, spiega gli intenti della produzione con queste parole: “Al centro del nostro lavoro c’è un profondo rispetto per la vita e per l’incredibile viaggio che le famiglie intraprendono per crearla. Siamo specializzati nella creazione di ricordi unici e significativi utilizzando embrioni di fecondazione in vitro non utilizzati“.
Considerano i gioielli come ricordi e gli embrioni come materiale, nient’altro che materia, che va a costituire quel ricordo. Già dai termini usati si comprende la visione alla base di questo processo di produzione: si parla di rispetto per la vita, ma di famiglie che vogliono “crearla”.

Creare la vita umana è una prerogativa che spetta solo a Dio, ma in un’ottica atea, quando il Creatore è escluso la conseguenza e di cercare di sostituirsi a lui e convicersi di poterlo fare. È quel che accade con la fecondazione artificiale in tutte le sue forme.
Uno dei frutti della fecondazione in vitro
L’azienda produttrice dei gioielli in cui si utilizzano gli embrioni prosegue la spiegazione con parole che svelano completamente la mentalità: “La nostra missione è offrire alle famiglie un modo meraviglioso per onorare questo capitolo della loro storia, trasformando questi embrioni in pezzi senza tempo che possono essere custoditi per sempre“.
Li chiamano “pezzi senza tempo”, oggetti, quindi, nient’altro che cose. C’è una volontà di farli durare nel tempo, di dargli una sorta di eternità, un rimando all’infinito a cui ognuno anela, inevitabilmente. Ma escludendo la presenza di Dio e mettendo l’uomo al centro, rimane solo l’Io e le sue voglie.
Questa pratica che ancora provoca sconcerto nella maggior parte delle persone, potrebbe diventare una moda nella normalizzazione crescente della fecondazione in vitro che viene sempre più considerata positivamente. Ma come la maternità surrogata, verso cui c’è ancora indignazione e non la piena accettazione nella mentalità comune, anche i gioielli con gli embrioni sono frutti dell’errore che sta a monte, la fecondazione artificiale, slegata dall’atto sessuale.
La Chiesa è da sempre contraria alla produzione di esseri umani in laboratorio. Nel 1996 san Giovanni Paolo II affermava con chiarezza la necessità che fosse “fermata la produzione di embrioni umani, tenendo conto che non sembra esserci alcuna soluzione moralmente lecita per quanto riguarda il destino umano delle migliaia e migliaia di embrioni ‘congelati’ che sono e rimangono soggetti di diritti essenziali e pertanto dovrebbero essere protetti dalla legge come persone umane“.
Perchè l’uomo si illude di creare, ma è sempre Dio che crea la vita, anche attraverso azioni di male come la fecondazione in vitro o lo stupro. Se lo stupro è violenza dell’uomo verso la donna, nelle pratiche di fecondazione in laboratorio c’è un rinnegamento di Dio, è come una violenza di coloro che partecipano, l’uomo, la donna, i medici, verso il Creatore, un atto in cui si pensa di poter fare, creare, produrre umanamente ciò che ha in sé l’infinito, ovvero la vita umana. Alla base di questo c’è l’orgoglio, il primo peccato, il più grande.