Uno dei sette vizi capitali è l’accidia, che allontana l’uomo da Dio, e che equivale a una sorta di morte spirituale.
Dicono che il vizio capitale denominato accidia sia un peccato grave, in quanto equivale a una morte spirituale. Sappiamo che il percorso del cristiano nel corso della vita è alquanto ostacolato, e che ogni giorno si percorre una strada sterrata in cui su presentano numerose tentazioni. Si configura, infatti, una lotta spirituale, che porta ad elevarsi, oppure a cadere, anche più volte.
Tutto questo, però, dipende da noi. Non ci si può far attraversare dalla vita, e il cristiano agisce, dice la sua, prega, non si arrende mai. L’inerzia dello spirito o accidia, per l’appunto, è un male che non fa bene al cuore dell’uomo.
Essa consiste in una profonda noncuranza, indolenza, noia, pigrizia. Da qualunque prospettiva la si voglia vedere, si tratta di un qualcosa che allontana da Dio. Come riporta il Siracide (2,12), «Guai ai cuori codardi e alle mani accidiose, al peccatore che cammina su due sentieri».
Si tratta di un tipo di noncuranza, essenzialmente, che riguarda il rapporto con Dio. L’accidioso vive una tristezza spirituale, non sente più la felicità nell’elevarsi, ma noia. San Tommaso d’Aquino ha inquadrato l’accidia in una tristezza nei confronti del bene divino.
Accidia, quando si è indifferenti verso il Signore
L’accidioso vive il cristianesimo come se fosse un’imposizione, e non provano gioia in fede, speranza o carità, come chiariva San Gregorio Magno.

Il credente che incappa nel vizio dell’accidia non prega o lo fa meccanicamente, con aridità di spirito. Va a Messa ma pensa a tutt’altro, e non partecipa amando ciò che sta facendo. È un dovere, un’imposizione.
A volte non va a Messa, non si confessa, non fa la Comunione, e se prende parte a tutto ciò è come se fosse seccato. Non è caritatevole, è tiepido e preferisce vivere in modo mediocre. In lui non arde forte la fiamma d’amore per Nostro Signore, ma è come se fosse lontano da Dio. Non si fa domande spirituali, è indifferente verso il prossimo.
Come combattere l’accidia
Per contrastare l’accidia, è necessario pregare, accostarsi a Dio con un reale moto di penitenza. L’accidioso può cambiare confessandosi, prendendo l’Eucaristia, facendo meditazione ogni giorno, leggendo letture spirituali, meditando il Vangelo.
Per combattere l’accidia, è necessario organizzare la giornata per dedicare tempo alla preghiera, lavoro, riposo, fare opere di carità. Basta davvero poco, ma farlo con il cuore e lo spirito tornerà a elevarsi, sentendosi davvero vicini al Signore.