Il vademecum dei vescovi italiani per una “pace disarmata e disarmante”

le indicazioni della Cei per la pace le indicazioni della Cei per la pace
La Cei detta indicazioni per la pace - medjugorje.it
Canale WhatsApp Iscriviti subito!
Canale Telegram Iscriviti subito!

Educare alla pace, e che sia “disarmata e disarmante” è il monito dei vescovi italiani che forniscono una sorta di vademencum con nuove linee. 

In un mondo sempre più minacciato da guerre e odio che prende varie forme, il richiamo alla pace appare quantomai necessario. Lo ha affermato con chiarezza papa Leone XIV nell’indicare il bisogno del reggiungimento di una “pace disarmata e disarmante” e al suo monito si accodano i vescovi della Conferenza Episcopale italiana.

La Cei ha recentemente affermato quando sia importante puntare in questa direzione e analizzando la società attuale, in cui emergono perfino germi di antisemitismo, islamofobia, persecuzioni ai cristiani in misura sempre crescente, ha fornito le indicazioni per orientarsi.

Le indicazioni della Cei in direzione della pace

Si rende estremamente necessario e urgente agire quanto prima possibile per bloccare ed estirpare questi elementi di odio che si diffondono, anche grazie ai social media, in modo virale in poco tempo.  A comincniare dal web e dai diversi media i vescovi italiani sostengono che questi dovrebbero essere “luoghi in cui la pace va coltivata quotidianamente” abbandonando il mood di odio da cui sono pervasi.

È fondamentale pertanto “contrastare la polarizzazione, promuovere linguaggi rispettosi, educare al discernimento critico e aprire spazi di dialogo autentico“, come emerge dalle dichiarazioni della Cei. “Le grandi potenzialità della comunicazione digitale possono così essere orientate all’incontro, alla ricerca comune della verità e alla costruzione di comunità più giuste, nelle quali la cura reciproca prevalga sulla logica dello scontro“, é stato aggiunto.

La pace secondo le indicazioni della Cei
Come coltivare la pace – medjugorje.it

Allo stesso modo sono da contrastare i nazionalismi, che riducono la religione a carattere distintivo di un popolo, a elemento che lo separa dagli altri, definendone tradizioni e pratiche identitarie. È stato affermato un netto “no al riarmo“, proprio mentre si discute del decreto sul’uso delle armi.

Servizio civile obbligatorio come formazione importante

Come elemento formativo di grande rilevanza la Cei propone il servizio civile obbligatorio. Specifica infatti che “la difesa della patria non si assicura solo con il ricorso alle armi, ma passa per la cura della civitas, attraverso l’obiezione di coscienza e il servizio civile“.

Aggiunge che “un servizio civile obbligatorio sarebbe un investimento per dare alle prossime generazioni l’occasione di praticare la cura per la dignità della persona umana e per l’ambiente“. Non solo, si rivelerebbe molto istruttivo e servirebbe anche “per opporsi all’ineguaglianza che si fa sistema sociale, all’inimicizia come qualifica delle relazioni fra esseri umani e popoli, alla soggezione dell’altro alle proprie ambizioni“.

In un’ umanità spaventata da mutamenti epocali, da rapporti economico-sociali iniqui, dalla devastazione ambientale è possibile che l’odio si insinui in maniera diffusiva con maggior pervasività e perciò è assolutamente necessario impedirlo e porvi rimedio. Il richiamo alla pace e a tutte le forme e modalità che possano predisporre e agire in questa direzione devono essere applicate e in tal senso si collocano anche queste indicazioni della Conferenza Episcopale italiana.