Il Vangelo di oggi 1 maggio: “Chi viene dalla terra appartiene alla terra”

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Il Vangelo di oggi 1 maggio: “Chi viene dalla terra appartiene alla terra”
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Il brano del Vangelo di oggi è un invito a riconoscere la verità di Dio rivelata nel Figlio e ad accoglierla con cuore docile.

Questa pericope ci offre una profonda riflessione sull’identità di Gesù Cristo, sulla sua origine divina e sull’importanza di avere una fede sincera e smisurata in Lui per ottenere in dono la vita eterna.

Dal Vangelo secondo Giovanni 3,31-36

Chi viene dall’alto, è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.

Il Vangelo di oggi 1 maggio: “Chi viene dalla terra appartiene alla terra”
Commento al Vangelo del 1 maggio

La riflessione sul Vangelo di oggi

San Giovanni ci presenta Gesù come “colui che viene dall’alto”, evidenziandone l’origine divina. Egli non è solo un maestro terreno, ma il Figlio inviato dal Padre, che parla con autorità perché “attesta ciò che ha visto e udito” (Gv 3,32). Il suo insegnamento è dunque la rivelazione diretta della verità di Dio. Il Catechismo afferma: “Gesù Cristo è il Verbo incarnato, il Figlio di Dio fatto uomo, mandato agli uomini per salvare il mondo” (CCC 423).

Nonostante questa verità, molti non accolgono la sua testimonianza, segno della libertà umana, ma anche della durezza del cuore. Tuttavia, “chi accetta la sua testimonianza conferma che Dio è veritiero” (Gv 3,33). Credere in Gesù significa fidarsi pienamente del Padre, poiché “il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa” (v.35). È l’espressione del mistero trinitario, dove lo Spirito Santo è donato “senza misura” (v.34), rendendo possibile la nostra comunione con Dio.

Il brano termina con una dichiarazione decisiva: “Chi crede nel Figlio ha la vita eterna” (Gv 3,36). La fede in Cristo non è solo adesione intellettuale, ma obbedienza amorosa e totale al Figlio di Dio. Come insegna il Catechismo: “La fede è la risposta dell’uomo a Dio che si rivela e si dona” (CCC 142). Al contrario, il rifiuto del Figlio comporta una separazione da Dio, poiché solo in Lui si trova la salvezza. Siamo dunque tutti chiamati a credere, accogliere e vivere nel Figlio, per avere la vita eterna.

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