Il Vangelo di oggi 11 Maggio IV Domenica di Pasqua

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Il brano del Vangelo di oggi è una straordinaria rivelazione del legame profondo tra Gesù, il Padre ed i suoi discepoli.

Cristo nostro Signore e Salvatore, proclama con chiarezza e senza mezzi termini la sua divinità e la sicurezza della salvezza per chi gli appartiene, lo ascolta e lo segue con fede sincera e genuina.

Dal Vangelo secondo Giovanni 10,27-30

In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

Il Vangelo di oggi 11 Maggio IV Domenica di Pasqua
Commento al Vangelo del 11 Maggio

La riflessione sul Vangelo di oggi

Gesù si presenta come il Buon Pastore, una delle immagini più tenere e potenti della rivelazione cristiana. «Le mie pecore ascoltano la mia voce»: è la voce del Pastore che guida, consola e chiama. Il Signore conosce ciascuno personalmente: «Io le conosco ed esse mi seguono». Non si tratta di una conoscenza generica, ma di un’intimità profonda, come tra amici e familiari. Come afferma San Paolo: «Il Signore conosce quelli che sono suoi» (2 Tm 2,19).

Questo legame è fondato sull’ascolto e sull’obbedienza. Il Catechismo della Chiesa Cattolica sottolinea che «la fede è l’adesione personale dell’uomo a Dio che si rivela» (CCC 150). Chi ascolta Gesù, lo segue, e chi lo segue riceve la vita eterna. Gesù promette: «Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno». È un’affermazione carica di consolazione: la salvezza è un dono, non una conquista, e nessuno può strapparci dalle mani di Cristo.

Il Signore rafforza questa promessa dicendo che il Padre è più grande di tutti e che le pecore sono dono del Padre a Lui. La doppia garanzia — la mano del Figlio e la mano del Padre — sottolinea la certezza assoluta della salvezza per coloro che appartengono a Cristo.

La frase finale è una dichiarazione solenne e teologicamente centrale: «Io e il Padre siamo una cosa sola». Qui Gesù afferma la sua divinità, l’unità della sua natura con quella del Padre. Come insegna il Catechismo: «Gesù ha affermato di essere uno con il Padre» (CCC 590). Questa unità tra il Padre e il Figlio è fonte di sicurezza per il credente, perché in Cristo vediamo l’amore, la potenza e la fedeltà di Dio stesso. Seguire la voce del Buon Pastore significa camminare nella fiducia, certi di essere custoditi dalle mani che hanno creato e redento il mondo.

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