Il Vangelo di oggi 18 Maggio V Domenica di Pasqua

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Il brano del Vangelo di oggi ci offre le straordinarie parole di Gesù subito dopo l’uscita di Giuda dal cenacolo.

Nonostante l’imminente tradimento, Cristo parla di glorificazione e introduce il “comandamento nuovo”: l’amore reciproco, vissuto sul modello del Suo stesso amore. Questo amore, totale e disinteressato, è il segno distintivo del cristiano. Le parole di Gesù ci invitano a contemplare il mistero della Croce come suprema manifestazione della gloria di Dio e della carità. È lì che si rivela la vera identità del discepolo, chiamato a riflettere nel mondo la luce dell’amore divino.

Dal Vangelo secondo Giovanni 13,31-35

Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Il Vangelo di oggi 18 Maggio V Domenica di Pasqua
Commento al Vangelo del 18 Maggio

La riflessione sul Vangelo di oggi

«Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi» (Gv 13,34). Queste parole, pronunciate da Gesù alla vigilia della sua Passione, racchiudono il cuore del Vangelo. L’amore cristiano non è semplice filantropia o sentimento: è imitazione del sacrificio di Cristo, che “avendo amato i suoi… li amò sino alla fine” (Gv 13,1). È un amore che si dona, che si china a lavare i piedi, che accetta la croce per la salvezza di tutti.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci insegna che «il comandamento del Signore ci chiama ad amare come Lui ha amato» (CCC 1823). L’amore del cristiano deve riflettere la carità stessa di Dio, che «ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3,16).

Questa “novità” non sta nell’amare, ma nel modo di amare: «come io ho amato voi». Gesù non pone limiti al suo amore, e chiede ai discepoli di fare lo stesso. Questo amore diventa la misura dell’autenticità della nostra fede: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35).

Secondo il Catechismo, «amare il prossimo come Cristo ci ha amati è il segno distintivo del discepolo» (CCC 2013). È anche la via verso la santità quotidiana. Amare come Cristo significa anche perdonare, servire, essere pazienti e misericordiosi.

Nel momento della Croce, apparentemente il più oscuro, Gesù parla di gloria. Perché è lì, nell’amore totale e fedele fino alla fine, che la gloria di Dio risplende pienamente. Imitare questo amore è partecipare alla sua gloria.

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