Il brano del Vangelo di oggi ci rivela il legame profondo tra l’amore del Padre e quello che Egli stesso dona ai suoi discepoli.
Questo brano è una chiamata a vivere immersi in quell’amore che ha la sua origine nella Santissima Trinità. Il cuore del messaggio è un invito alla fedeltà: rimanere nell’amore di Cristo significa osservare i suoi comandamenti, per entrare così nella gioia piena che solo Dio può donare. È un invito che interpella ogni cristiano, chiamato a costruire la propria vita sull’amore divino, fonte inesauribile di pace, forza e felicità autentica.
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,9-11
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».

La riflessione sul Vangelo di oggi
Il Vangelo di Giovanni ci dona in queste parole una rivelazione profonda: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi». L’amore di Cristo per noi ha la stessa intensità, purezza e fedeltà dell’amore eterno che unisce il Padre e il Figlio. Questo amore non è un sentimento passeggero, ma un dono totale, come manifesta la Croce: «Non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15,13).
Gesù ci chiede di rimanere nel suo amore. Ma come si fa? Lo dice subito dopo: «Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore». L’osservanza dei comandamenti non è un peso, ma la via per vivere in comunione con Dio. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci insegna: «Seguire Gesù implica l’osservanza dei comandamenti» (CCC 2053), perché essi esprimono la volontà di Dio per la nostra felicità.
Gesù ha vissuto ciò che ci chiede: «Come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore». È il Figlio obbediente che ci mostra la via. Rimanere nel suo amore significa anche vivere nella grazia, alimentata dai sacramenti, specialmente l’Eucaristia, che è il memoriale del suo amore donato.
La promessa conclusiva è commovente: «Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena». Non esiste vera gioia senza l’amore di Dio. È quella gioia dello Spirito Santo (cf. Rm 14,17) che riempie il cuore e dà senso alla vita. È la gioia dei santi, dei discepoli veri, di chi vive in Cristo e per Cristo.