Il brano del Vangelo di oggi rappresenta il cuore del messaggio cristiano: l’amore come comandamento, dono e missione.
In queste parole di Gesù, troviamo la rivelazione più alta della carità cristiana: un amore che si dona fino al sacrificio di sé. Questo comandamento non è solo una norma morale, ma l’essenza della vita cristiana, resa possibile dalla grazia. La Tradizione cattolica, con il supporto delle Sacre Scritture e del Catechismo della Chiesa Cattolica, ci insegna che amare come Cristo è la via per la vera amicizia con Dio e per una vita che porta frutti eterni.
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,12-17
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

La riflessione sul Vangelo di oggi
“Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 15,12). Gesù non propone un amore generico, ma ci invita ad amarci con la misura del suo amore: un amore totale, gratuito e fino alla croce. Questo amore è il fondamento della vita cristiana, come afferma il Catechismo: “Amando i suoi ‘fino alla fine’, egli manifesta l’amore del Padre” (CCC 1823).
L’amore che dà la vita per gli amici (cf. Gv 15,13) è l’esempio supremo del dono di sé. È la logica della croce, che non è sconfitta ma vittoria dell’amore. Questo ci ricorda che la carità non è sentimento passeggero, ma scelta radicale e quotidiana. Come leggiamo in 1Gv 3,16: “Da questo abbiamo conosciuto l’amore: egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli”.
Gesù ci chiama “amici” (Gv 15,15), elevandoci dalla condizione di servi. In questa relazione intima si compie la rivelazione: conoscere Dio come Padre. Questo ci rende partecipi della sua vita e missione. Il Catechismo (CCC 1972) ci dice che la nuova Legge di Cristo si attua “attraverso la grazia dello Spirito Santo” che ci abilita ad amare in questo modo.
Infine, la scelta divina – “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi” (Gv 15,16) – ci ricorda che ogni vocazione nasce dall’iniziativa di Dio. Il cristiano è chiamato a portare frutto, cioè a vivere una carità operosa e duratura, che costruisce il Regno di Dio.